28.07.2021

Cibo, prima ricchezza di Italia

Con l’emergenza sanitaria il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro

Con l’emergenza sanitaria il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare dal campo alla tavola e ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel suo intervento al Pre Food System Summit delle Nazioni Unite nella sessione dedicata a “From the G20 Matera Declaration to the Food Systems Summit: A Framework for Emerging Coalitions of Action”. Si tratta del riconoscimento del ruolo svolto dalla Coldiretti a livello nazionale ed internazionale nella promozione di un modello di agricoltura attento all’innovazione basato su sviluppo sostenibile, difesa dell’ambiente, della salute e dei diritti sociali con la valorizzazione del rapporto con i territori e delle produzioni locali. Un impegno che ha portato l’Italia ad essere leader mondiale nella tutela della biodiversità, nella sicurezza alimentare e nelle produzioni di qualità che sono anche le più contraffatte al mondo con un valore dei falsi che nel 2020 ha superato i 100 miliardi di euro.

L’agroalimentare Made in Italy anche nella pandemia ha dimostrato la capacità di guardare al futuro. Dalla transizione ecologica a quella digitale, siamo consapevoli del ruolo e della responsabilità che ogni agricoltore nel mondo ha davanti a sé” ha spiegato Prandini nel sottolineare che “siamo produttori di vita e dal nostro impegno dipende in particolare la lotta alla fame e il contrasto alla povertà, che troppo spesso vedono proprio donne e uomini del mondo agricolo soffrire più di altri. Solo se insieme lavoreremo per difendere il reddito degli agricoltori ad ogni latitudine, potremo pensare di spezzare le catene della povertà”.

Proprio filiera è una parola chiave. “Abbiamo dato vita a Filiera Italia che, insieme a Coldiretti, unisce aziende di trasformazione e partner strategici per il settore agroalimentare. Tra i principali obiettivi ci sono aumentare la sostenibilità e proteggere la biodiversità, lottare contro l’italian sounding e il cibo falso, sviluppare un modello produttivo equo che riconosce valore agli agricoltori, garantire massima trasparenza ai consumatori e lavorare per l’etichettatura di origine obbligatoria” ha affermato Prandini nell’evidenziare che “così abbiamo contaminato l’intera filiera agroalimentare di quei valori distintivi che si generano nel rapporto tra agricoltura e territorio e arrivano fino al consumatore. Il giusto prezzo e il contrasto alle pratiche sleali e agli abusi di potere lungo la filiera sono qualcosa più di una questione economica: sono questioni di democrazia, giustizia e libertà. Perché se il prezzo del cibo diventa un campo di speculazione a perdere saranno sempre gli agricoltori e i consumatori”.

L’emergenza globale provocata dalla pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza con l’Italia che può contare sul maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (314), 526 vini Dop/Igp e 5.266 prodotti alimentari tradizionali custoditi lungo tutta la Penisola da generazioni dagli agricoltori. Una ricchezza da salvare che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale. L’Italia ha 504 varietà iscritte al registro viti e 533 varietà di olive, è il primo produttore UE di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

Un patrimonio minacciato dalle imitazioni internazionali che non hanno alcune legame con il sistema agricolo nazionale. “Servono sistemi di etichettatura trasparenti sull’origine delle materie prime e che non siano ingannevoli e nello stesso tempo, non possiamo pensare a un modello dove vi sia spazio per l’artificio e i cibi sintetici, dove si assista alla concentrazione eccessiva dei fattori produttivi, dove prevalga l’interesse particolare delle grandi multinazionali che spingono per l’omologazione su un modello in sostanza dove il cibo sia sempre una commodity” conclude Prandini nel sottolineare che invece “con la nostra idea di filiera sostenibile vogliamo affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacità di restituire valori positivi, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale”.

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

COOKIE POLICY

I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati inviano al terminale dell'utente, dove vengono memorizzati, per poi essere ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva.
Il Sito utilizza cookie tecnici, sia propri che di terze parti. Tali cookie, essendo di natura tecnica, non richiedono il preventivo consenso dell’Utente per essere installati ed utilizzati.
Il Sito utilizza, inoltre, cookie di profilazione di terze parti. Con riguardo a tali cookie, il consenso dell’Utente si assume prestato ogniqualvolta l’utente faccia click sul tasto “Accetto”, presente all’interno del banner che appare nella homepage. L’Utente può, in ogni caso, revocare in un secondo momento il proprio consenso all’installazione di tali cookie.

In particolare, i cookie utilizzati nel Sito sono riconducibili alle seguenti sottocategorie:
- cookie di navigazione o di sessione, che garantiscono la normale navigazione e fruizione del Sito. Non essendo memorizzati sul computer dell’utente, svaniscono con la chiusura del browser;
- cookie analitici, con cui sono raccolte e analizzate informazioni statistiche sul numero degli utenti e sulle visite al Sito;
- social widgets e plugin: alcuni widgets e plugin messi a disposizione dai social network possono utilizzare propri cookies per facilitare l’interazione con il sito di riferimento;
- cookie di profilazione, che sono utilizzati per raccogliere informazioni sulle preferenze e abitudini espresse dall’utente durante la propria navigazione e quindi rendere le inserzioni pubblicitarie fornite dalle terze parti più coinvolgenti e mirate.

Di seguito sono elencati i cookie di terze parti installati sul Sito. Per ciascuno di essi è riportato il link alla relativa informativa sul trattamento dei dati personali effettuato e sulle modalità per l’eventuale disattivazione dei cookie utilizzati. In merito ai cookie di terze parti, il Titolare ha unicamente l'obbligo di inserire nella presente policy il link al sito della terza parte. È a carico di tale soggetto, invece, l'obbligo dell'informativa e dell'indicazione delle modalità per l'eventuale consenso e/o disattivazione dei cookie.
- Google Analytics: Informativa | Opt Out

I cookie possono essere disabilitati dall’utente modificando le impostazioni del browser sulla base delle istruzioni rese disponibili dai relativi fornitori ai link elencati di seguito.

- Internet Explorer
- Mozilla Firefox
- Google Chrome
- Apple Safari
- Opera

Chiudi