11.10.2021
Inquinamento ambientale e sostanze chimiche minacciano la fertilità di coppia. Ecco come proteggersi
La fertilità (1) è un tema molto sentito negli ultimi anni, e per un buon motivo. Se infatti confrontiamo i dati della fertilità di coppia oggi con quelli di 50 anni fa, ci rendiamo conto che non solo sono in costante calo, ma la componente “carente” diventa sempre più spesso quella maschile.
Se negli anni Sessanta l’infertilità maschile nei Paesi industrializzati era un problema minore (7-8% dei casi), oggi non è più trascurabile, coinvolgendo fino al 30% degli uomini. Sono tantissimi i fattori che stanno determinando questo calo, alcuni dei quali ancora da indagare, ma è ormai accettato universalmente che l’inquinamento sia una delle più importanti cause di infertilità.
L’inquinamento minaccia la fertilità, sia maschile che femminile. Se purtroppo il nostro vivere in società industrializzate ci espone a sostanze difficili da evitare, conoscerle e sapere dove si trovano ci permette di limitare l’esposizione. O, addirittura, a fare delle scelte consapevoli quando acquistiamo gli alimenti o scegliamo dove vivere.
Le prime sostanze della lista sono i parabeni, che si trovano nei conservanti e nei cosmetici, come creme solari e dentifrici. Queste molecole si legano ai recettori degli ormoni maschili, provocando un peggioramento della qualità seminale. Altre sostanze nocive per la fertilità e che si trovano nei comuni packaging sono gli ftalati (contenuti nelle plastiche e nei contenitori alimentari) e il bisfenolo A (usato nel rivestimento interno delle lattine di alluminio). Anche i pesticidi, oltre a essere dannosi per chi lavora in agricoltura, sono stati correlati a un calo della fertilità anche per il consumo alimentare di frutta e verdura. Scegliere con consapevolezza quello che acquistiamo nei mercati può quindi fare la differenza!
A tal proposito ricordiamo che fortunatamente l’agricoltura italiana è considerata la più green in Europa e quindi nel mondo.
Agricoltura italiana, la più green d’Europa
Anche se restano da chiarire i motivi biologici, uno studio (2) condotto su quasi 20.000 coppie cinesi ha messo inoltre in relazione l’inquinamento dell’aria con la fertilità femminile. Le donne che erano esposte ad alti tassi di particolato atmosferico arrivavano a correre rischi di infertilità il 20% in più rispetto a quelle che vivevano in zone con l’aria più pulita.
Il legame stretto tra fertilità e inquinamento è poi stato dimostrato all’interno del progetto EcoFoodFertility (3). Prendendo in esame uomini che vivevano in zone dall’alto tasso di inquinamento ambientale (Wuhan, Nord Italia, Bruxelles, New York e San Paolo), è risultato evidente che l’ambiente influiva negativamente sulla salute del liquido seminale, ma non solo.
Chi aveva valori seminali più bassi aveva una tendenza a subire i danni maggiori dal Covid-19. Il motivo? Gli stessi agenti che causavano la bassa qualità del liquido seminale (ossia l’inquinamento) compromettevano anche la capacità di risposta del sistema immunitario. Questo ha dimostrato come il liquido seminale sia un indicatore non solo della fertilità – come è ovvio che sia – ma anche della salute generale del maschio e dell’ambiente in cui vive, esattamente come un’analisi del sangue.
a cura di Fondazione Pro