Sicilia, i sigilli della biodiversità contadina

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

Il mandarino tardivo di Ciaculli deve il suo nome alla borgata di Palermo in cui è stato scoperto e in cui viene coltivato, nonché al periodo di maturazione, posteriore rispetto alle varietà più comuni. Buccia sottile di colore arancio intenso, che si stacca facilmente dalla polpa, forte aroma, contenuto zuccherino e la presenza del seme sono le caratteristiche del Tardivo di Ciaculli. Si può reperire a Gennaio come frutto da gustare e nel resto dell’anno come prodotto trasformato. È d’obbligo spendere una parola sui magnifici agrumeti che fino ad alcuni decenni fa ricoprivano la piana di Palermo. Citata nel Gran Tour, fonte d’ispirazione per artisti nel corso del tempo purtroppo è stata progressivamente erosa dal cemento. Oggi ne restano dei lembi dove è ancora possibile inebriarsi del profumo dei fiori e godere del colore intenso degli agrumi.

Tra i grani antichi che vengono coltivati nella provincia di Palermo troviamo il Perciasacchi, un grano duro il cui nome è tutto un programma: buca sacchi. La forma appuntita della cariosside, infatti, bucava i sacchi di juta. Adattata nel tempo ad un clima e ambiente non facile, risulta estremamente resistente ai patogeni tanto da essere uno dei grani coltivati preferibilmente con metodo biologico. La farina prodotta mediante la macinazione a pietra naturale, si presenta di colore giallo, grazie alla presenza di carotenoidi, con una granulometria fine, che ricorda la farina bianca di grano tenero. Questa presenta un indice glicemico piuttosto basso e quindi è indicata nei regimi alimentari particolari. Pane e pasta sono tra i trasformati che ottimizzano le caratteristiche organolettiche di questo grano.

L’altra varietà di grano caratteristica del palermitano è il nero delle Madonie. Tale varietà, così come tutti i grani antichi siciliani, è caratterizzata da una maggiore resistenza all’attacco di specie fungine e alla contaminazione da micotossine, sostanze pericolose per la salute umana ed i cui effetti cancerogeni sono oggetto di studio. Il nero delle Madonie contiene un basso indice di glutine ed è un testimonial d’eccezione della biodiversità siciliana in ambito agricolo.

I sigilli della Valle del Belice

Spostandoci verso sud, ancora in provincia di Palermo, tra i territori più belli della Sicilia sud-occidentale troviamo la Valle del Belice, che si estende lungo il corso dell’omonimo fiume. Parliamo di un’area molto vasta ed eterogenea, ricca di storia, popoli, tradizioni, natura ed eccellenze gastronomiche. La Valle del Belice ha visto l’insediamento di molte popolazioni tra cui Sicani, Elimi, Fenici e Greci; e proprio le tante diversità che l’hanno attraversato, intrecciandosi e fondendosi insieme, rendono questo posto magico.  L’area in questione è delimitata dalle province di Palermo e Agrigento e comprende i comuni di Castelvetrano, Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa, Selinunte, Salemi, Campobello di Mazzara e Santa Margherita del Belice. La Valle è particolarmente nota per il tragico terremoto che la colpì nel 1968 in cui vennero rase al suolo interi comuni.

Nonostante le difficoltà, tuttora esistenti, per questo territorio di rialzarsi e riavviare a pieno una crescita economica reale che valorizzi il territorio, la Valle del Belice si presenta come una delle realtà più vivaci della Sicilia occidentale dal punto di vista agro-alimentare. E oggi vogliamo parlarvi di due sigilli protagonisti della zona: il Fico d’India della Valle del Belice e la Pecora della Valle del Belice.