13.03.2020
L’ISPRA ha individuato all’interno della penisola ben 37 tipi diversi di paesaggio naturale
Quando con un moto di orgoglio gli italiani rivendicano la bellezza del loro Paese, non è solo un sentimento di amor patrio, ma è una consapevolezza che proviene anche dal mondo, più freddo, delle scienze. L’ISPRA ha individuato all’interno della Penisola ben 37 tipi diversi di paesaggio naturale. Questi forse non bastano a descrivere la meraviglia di un Paese stretto e lungo, inserito in un mare gentile come il Mediterraneo fulcro di incontro tra civiltà che ne hanno plasmato nel corso del tempo monti, valli e pianure.
Così come fosse una ricetta magica, natura e uomo hanno unito i loro sforzi per produrre una tale diversità di situazioni da far invidia a qualunque altra area del pianeta. Il Ministero delle politiche agricole ha così evidenziato la persistenza di ben 123 paesaggi rurali storici. Un riconoscimento allo sforzo che i contadini nel corso di secoli hanno profuso per modellare i territori secondo le esigenze della sussistenza prima e della produzione a fini economici dopo.
Oggi più che mai andrebbe riconosciuto questo sforzo nella consapevolezza che se viene meno il lavoro dei campi, anche il paesaggio così amato e apprezzato nel mondo rischia di scomparire. Cementificazione e riforestazione con essenze scadenti da un punto di vista ecologico, rischiano di far scomparire questo patrimonio naturalistico, storico e artistico. Con esso verrebbe meno anche la potenzialità turistica dei luoghi con tutte le imprese e l’indotto relativo (per Istat il solo mondo dell’agriturismo vale 1 miliardo e 400 milioni di euro per il 2018 con un trend di crescita a valori correnti di circa il 5% nell’ultimo triennio) costretti ad abbandonare una vera miniera d’oro che aspetta di essere valorizzata.
Oggi siamo in emergenza. Tantissime disdette, difficoltà di conferire prodotti e svolgere servizi. Ma sappiamo che anche questa tempesta finirà e che si dovrà, come sempre, ripartire dalla terra.