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07.03.2023

8 marzo, la campagna è donna!

Il protagonismo femminile ha rivoluzionato l’attività agricola come dimostra la loro presenza nelle attività di educazione alimentare e ambientale nelle scuole, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica

Sono oltre 202mila in Italia le imprese guidate da donne in agricoltura che entra a sorpresa nella top five dei settori con più alto tasso di femminilizzazione nella classifica stilata dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, dopo servizi vari, sanità, istruzione e alloggio/ristorazione. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della festa delle donne delll’8 marzo.

Quasi tre imprese agricole su dieci (28%) sono guidate da donne la cui presenza è cresciuta soprattutto nelle nuove attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura di precisione e a basso impatto ambientale fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica oltre che nell’agriturismo.

Le donne che hanno scelto l’agricoltura dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. “Grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura multifunzionale attenta al sociale, all’ambiente e ai cittadini aumenta il numero delle donne ai vertici delle aziende agricole con l’offerta di prodotti e servizi innovativi alla collettività” afferma Chiara Bortolas leader di Donne Impresa della Coldiretti nel sottolineare che “difendere il patrimonio di esperienze femminili significa sostenere economia, lavoro e territorio”.

8 MARZO, ADDIO A 1 MIMOSA SU 3. Addio a 1 mimosa su 3 in Italia a causa della siccità che ha tagliato la produzione di almeno il 30% con gli sbalzi di temperature causati dai cambiamenti climatici che a macchia di leopardo hanno fatto anticipare la raccolta e provocato insieme alla guerra in Ucraina l’esplosione dei costi dell’energia per salvare nei frigo i fiori simbolo dell’8 marzo. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti alla vigilia della Festa delle donne con i ramoscelli di mimosa che sono tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90% della produzione italiana.

Ma nell’ultimo anno la siccità e le alte temperature hanno tagliato la raccolta, come mai avvenuto a memoria dei florovivaisti. Il 2022 infatti è stato l’anno più caldo mai registrato prima con la temperatura media superiore di quasi un grado (+0,98°) con il 30% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla banca dati Isac Cnr che evidenziano come la stessa anomalia si conferma anche nei primi mesi di quest’anno.

La scarsità di mimose nel 2023 ha fatto aumentare le quotazioni con prezzi che vanno dai 5 ai 10 euro per i rametti più piccoli, per salire fino ai 20 euro e oltre per i mazzi più grandi o per le piante in vaso. Una situazione che sta attirando i ladri di fiori tanto che si moltiplicano le segnalazioni di furti e tentati furti nelle aree di coltivazione ed esplode in vista dell’8 marzo il mercato nero dei venditori abusivi in strade e piazze che vanno assolutamente evitati per non alimentare il business dell’illegalità. Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, l’acquisto della mimosa esprime anche un importante attenzione all’ambiente perché  si salva così una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono

La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 trovando in Italia ottime condizioni di coltivazione e clima e dal 1946 è il simbolo dell’8 marzo nel nostro Paese. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare reazione che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico. Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.

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