LE RICETTE DEI NOSTRI CUOCHI CONTADINI
27.02.2020
L'Agrichef Michelina Mulas ci racconta questo piatto: un mix di sapori davvero inconfondibile che ha origini molto antiche
Chi è stato in Sardegna, anche soltanto una volta, non può non amarla alla follia. La seada o sevada, il dessert sardo per eccellenza, è in pratica una specie di tasca chiusa di pasta di semola ripiena di formaggio, simile a un grande raviolo, prevalentemente tonda. Viene fritta e poi, prima di essere gustata, avvolta nel miele: un mix di sapori davvero inconfondibile che ha origini molto antiche. Oggi ci racconta questa specialità locale l’Agrichef Michelina Mulas, il cuoco contadino dell’Agriturismo Fattoria Su Grabiolu. Non resta che provare!
Difficoltà: 2
Tempo preparazione: 40 minuti
Ingredienti per 4 persone
Per la pasta:
300 gr di dischi di pecorino ovino fresco fuso
2 cucchiaini di zucchero
buccia grattugiata di limone o di arancia
150 ml di acqua tiepida
Per la finitura:
miele oppure zucchero
Friggere le sevade con lo strutto oppure con l’olio evo
Preparazione
Realizzare la pasta con il semolato, l’acqua e lo strutto e un pizzico di sale. Lasciare riposare per mezz’ora in frigorifero.
Nel frattempo tagliare a scaglie il formaggio ovino (dopo averlo lasciato acidificare circa tre giorni prima di realizzare i dischetti), metterlo in una padella antiaderente con un po’ d’acqua e farlo sciogliere finché non diventa filante, aggiungere il limone e realizzare i dischi dello spessore di mezzo centimetro.
Togliere la pasta dal frigorifero e realizzare una sfoglia sottile, mettere il disco di formaggio e ricoprire con un’altra sfoglia di pasta. Chiudere il disco di formaggio all’interno delle sfoglie.
Cuocere la sevada nello strutto bollente.
Impiattare e cospargere la sevada di miele o di zucchero.
Servirla calda.