07.02.2020
Noto anche con il nome di Acquadella, o latterino capoccione, è definito pesce povero, ma in realtà ha caratteristiche nutritive di tutto rispetto
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Piccolo pesce d’acqua dolce e marina, il Latterino appartiene alla famiglia Atherinidae.
Si può trovare nel Mar Mediterraneo, Mar Nero, Mar Caspio e in alcuni tratti dell’Atlantico Europeo. Nei mari italiani è molto diffuso soprattutto nell’Adriatico.
È una specie gregaria, vive in fitti banchi prediligendo acque lagunari, foci dei fiumi o stanziando in prossimità delle coste.
Si nutre di larve, plancton, piccoli crostacei e molluschi. A sua volta però è una delle prede più frequenti di spigole ed altri pesci predatori, difatti costituisce un anello importantissimo nella catena alimentare delle zona in cui vive.
Il latterino presenta una forma semplice, a fuso con un ventre leggermente tondeggiante coperto da piccole squame. Ha due pinne dorsali, pinne ventrali e una pinna caudale. Rispetto al resto del corpo il muso è corto e gli occhi sono grandi. La colorazione è metallica, verdastra sul dorso che risalta, come accade quasi sempre, quando i latterini si muovono in banchi numerosi. Può raggiungere fino ad un massimo di 12 cm di lunghezza negli esemplari più grandi.
Solitamente si trova tutto l’anno, ma i mesi più indicati per la pesca vanno dal tardo autunno a tutta la primavera. Essendo una specie che vive in banchi di notevoli dimensioni viene pescata, sia in mare che in laguna che nelle acque lacustri. Per riconoscere la freschezza del latterino quando si acquista occorre prestare attenzione alla pelle che sia tesa e umida, il corpo solido ed elastico, le branchie rosse e l’occhio lucido e in rilievo. Anche l’odore è importante, deve emanare infatti sentori gradevoli e delicati, di mare, e non di ammoniaca.
Definito come pesce povero, in realtà il latterino ha molteplici proprietà nutritive.
Le sue carni sono molto apprezzate e hanno quell’inconfondibile sapore leggermente amarognolo. Il nome forse non è un caso, perché il latterino, così come il latte, contiene molte quantità di calcio eccellenti nell’età dello sviluppo e per prevenire osteoporosi o altre patologie degenerative delle ossa. Contiene altresì fosforo, vitamina A, e proteine ad alto valore biologico.
In cucina spesso lo si preferisce fritto, da solo o nelle fritture miste di paranza, o nella preparazione di piatti che derivano dalle cucine tipiche regionali o addirittura locali. Tra le ricette tipiche di diverse zone d’Italia troviamo ad esempio il latterino all’aceto, o fatto con aglio e peperoncino, i latterini marinati o accompagnati ai dei primi quali spaghetti o zuppe.
Ricetta dell’Agrichef Alvio Pituello, il cuoco contadino dell’Agriturismo Pituello
Frittata di Latterini
Ingredienti per 4 persone
8 uova
500 g di latterini
1 cipolla
20 g di formaggio Montasio vecchio grattugiato
Prezzemolo q.b.
Olio EVO q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
Procedimento
Sciacquate i latterini sotto l’acqua corrente e metteteli in uno scolapasta. In una padella antiaderente mettete un cucchiaio d’olio evo, la cipolla tagliata a fettine sottili e fate appassire. Aggiungete il pesce e fate cuocere per 10 minuti. Nel frattempo in una terrina rompete le uova, sbattetele con una forchetta e aggiungete il formaggio e una manciata di prezzemolo tritato, aggiustate di sale e pepe. Aggiungete poi le uova nella padella con il pesce e amalgamate finché non si rapprende il tutto. Girate la frittata e fate cuocere per altri 10 minuti circa a fuoco lento. Servite con della polenta abbrustolita o crostini di pane.