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12.01.2020

Parma 2020, inaugurazione Capitale italiana della cultura

Un'occasione anche per tutelare l’identità e il buon nome di una città che è sinonimo di qualità e buona alimentazione nel mondo

L’anno di capitale della cultura deve essere anche l’occasione per tutelare l’identità e il buon nome di una città che è sinonimo di qualità e buona alimentazione nel mondo dove purtroppo il termine Parma è il più usurpato per indicare produzioni che nulla hanno a che fare con il territorio, con il Parmigiano Reggiano che è il prodotto agroalimentare più imitato e diventa Parmesan dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica fino alla Russia, Parmesano in Uruguay o Parmesao in Brasile senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa. È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione dell’anno di “Parma capitale della cultura” con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un’occasione straordinaria con la città di Parma che si trova nel cuore della food valley italiana dalla quale nasce circa 1/3 del cibo Made in Italy che è diventato la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali e alla ristorazione, che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil ed offre lavoro a 3,8 milioni di occupati. S

i tratta di una leva strategica per la crescita ma anche della più radicata espressione della cultura popolare e il simbolo più riconosciuto dell’Italia all’estero oltre ad essere di fondamentale importanza per l’ambiente e la salute.

Occorre proteggere il buon nome delle produzioni del territorio dalle imitazioni di bassa qualità che si moltiplicano a livello nazionale e all’estero dal Parma salami al Parma Ham fino al Parmesan la cui produzione nel mondo ha addirittura superato quella del prodotto originale anche grazie agli accordi di libero scambio come il Ceta che ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy a partire dal Parmigiano Reggiano, che può essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan.

Occorre lavorare per accordi che tutelino il Made in Italy dalla concorrenza sleale e garantiscano scelte consapevoli ai consumatori nel rispetto della sicurezza alimentare con parità delle condizioni, efficacia dei controlli e reciprocità delle norme.

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