È finalmente arrivata la stagione del melone! Questo ortaggio appartiene alla famiglia delle cucurbitacee (come zucchine, zucche e angurie) ed è una pianta molto esigente in termini di calore – i 30 gradi giornalieri sono la sua temperatura ottimale – in termini di acqua, con la necessità di una costante e abbondante innaffiatura, e infine in termini di terreno.
È necessario quindi che il substrato sia ricco di sali e in particolare potassio, calcio e magnesio, oltre naturalmente all’azoto e al fosforo. Per questo una buona concimazione iniziale assicurerà il giusto apporto di questi elementi. Una buona e periodica sarchiatura, ossia il rimescolamento dello strato superficiale del terreno, garantisce l’eliminazione di infestanti e l’arieggiamento del substrato. Anche la pacciamatura con materiali organici può favorire una migliore crescita. I nemici del melone sono gli afidi, i grillotalpa e il ragnetto rosso. Tra le crittogame (funghi) segnaliamo la peronospora, l’oidio e l’antracnosi.
Un’attenzione particolare va posta in due momenti dello sviluppo iniziale della pianta. Quando la piantina, poco dopo il trapianto in sede definitiva, avrà emesso la quarta coppia di foglie, andrà recisa tra seconda e terza coppia di foglie. In questo modo si svilupperanno le due gemme laterali che andranno recise all’emissione della quinta coppia di foglie, tra terza e quarta foglia. Questo procedimento permetterà la produzione di 2-6 frutti. Il melone è una pianta strisciante che occupa molto spazio: tenetene conto se volete cimentarvi nella sua coltivazione in terrazzo.
La semina in semenzaio avviene tra aprile e giugno e il trapianto all’inizio dell’estate. Per evitare che le lumache aggrediscano la piantina si può ricorrere alla cenere da cospargere attorno al fusto, soprattutto dopo i temporali. Quando i frutti stanno per maturare, potete “stressare” dal punto di vista idrico la pianta, riducendo l’apporto d’acqua, in modo da ottenere frutti più zuccherini. Una volta maturati basterà recidere il peduncolo a tre centimetri dal suo innesto sulla pianta.