11.07.2019
Tre consumatori su quattro non vogliono essere indirettamente complici dello sfruttamento della manodopera nei campi. Chi compra nei mercati di Campagna Amica è garantito da un sistema di controlli che coprono tutte le fasi della produzione
Gli italiani sono sempre più attenti alle garanzie per i lavoratori, anche quando comprano il cibo: la maggior parte è perfino pronta a spendere di più pur di non alimentare lo sfruttamento sui campi. È quanto emerge da un sondaggio di Oxfam e secondo cui 3 consumatori su 4 (il 74,41%) sono disposti ad acquistare alimenti prodotti senza sfruttamento dei lavoratori, indipendentemente dal prezzo, mentre solo per il 21,8% il fattore prezzo rimane determinante per compiere la scelta.
Inoltre, nonostante il 51,67% degli intervistati si senta mediamente informata rispetto al tema dello sfruttamento nelle filiere agricole, alcuni dichiarano di non avere adeguate informazioni per poter riconoscere sugli scaffali dei supermercati i prodotti che assicurano un’equa redistribuzione del valore tra tutti gli attori della filiera. Senza informazioni ed elementi che garantiscano la piena trasparenza sul rispetto dei diritti umani nelle filiere, i consumatori non possono fare le scelte responsabili che dichiarano di voler compiere.
Quello dello sfruttamento del lavoro nei campi è percepito come un fenomeno complesso, non riconducendolo al ruolo di un singolo attore della filiera, ma piuttosto ad un concatenarsi di cause ed effetti. Per il 63,34% degli intervistati l’infiltrazione mafiosa è la principale causa che condiziona un sistema diffuso di sfruttamento nelle campagne italiane. Dall’indagine emergono inoltre azioni che, secondo gli intervistati, le aziende della Grande distribuzione organizzata potrebbero intraprendere da subito per porre fine allo sfruttamento del lavoro agricolo e alla violazione dei diritti lungo le filiere di produzione: garantire che i prodotti a scaffale siano liberi da sfruttamento e aumentarne l’offerta per consentire pratiche di acquisto responsabile; aumentare la trasparenza delle informazioni sull’origine e il percorso che un prodotto compie dal campo allo scaffale; garantire ai produttori un costo all’origine dignitoso che garantisca una remunerazione equa dei fattori di produzione.
Molte di queste garanzie ci sono già per chi frequenta i mercati in filiera corta della rete di Campagna Amica, dove le aziende per poterne far parte, si sottopongono a rigidi controlli anche da parte di enti terzi che garantiscono tutte le fasi della produzione e sono in grado di tracciare i prodotti dall’origine fino alla vendita. Inoltre, comprare direttamente dagli agricoltori permette loro di vedere giustamente remunerato il proprio lavoro, senza le inevitabili distorsioni che si generano all’aumentare dei passaggi della commercializzazione.