26.06.2019
Sostenere gli agricoltori che, tramite il loro lavoro e affrontando le tante difficoltà legate al clima, continuano a produrre cibi che proteggono gli ecosistemi: un motivo in più per acquistare nella rete di mercati locali di Campagna Amica
Caldo, afa, siccità sono alcuni effetti del cambiamento climatico che stiamo già vivendo sulla nostra pelle. E l’inversione di marcia per frenare i suoi effetti sembra essere inadeguata. Secondo un recente studio della rivista Nature Communications, nei prossimi trent’anni si avrà un aumento dell’energia elettrica che oscillerà dal 25 al 58% legata al riscaldamento globale. Percentuale che si somma a quello previsto per la crescita della popolazione e dell’economia, traducendosi così in conseguenze concrete su salute e ambiente. Sempre secondo lo studio, i maggior cambiamenti saranno proprio quelli legati all’utilizzo di elettricità per il condizionamento dell’aria, soprattutto nell’industria e nei servizi pubblici; le regioni maggiormente colpite saranno i tropici e il sud degli Stati Uniti, dell’Europa e della Cina.
Ci troviamo di fronte ad una crisi climatica, ambientale e umanitaria. Oltre alle conseguenze che l’aumento dell’energia elettrica avrà sulla sostenibilità ambientale, bisogna considerare altri due fattori: da un lato l’accesso effettivo che hanno intere comunità nel mondo per soddisfare il proprio fabbisogno elettrico, dall’altro la capacità economica di sostenere le future spese che deriveranno dall’aumento dell’uso dell’energia elettrica.
È ovvio come l’entità della domanda energetica sia strettamente connesso alle emissioni globali di gas serra. Ed è proprio di pochi mesi fa il dato allarmante lanciato dall’osservatorio dello Scripps Institution of Oceanography, secondo cui era stato rilevato un valore di CO2 nell’atmosfera pari a 415 parti per milione (ppm) causato dai combustibili fossili, riferendo inoltre che un livello così alto non si era mai registrato nella storia. Tutto ciò delinea un quadro molto critico: secondo il relatore speciale dell’Onu sull’estrema povertà e i diritti umani, Philip Alston, il cambiamento climatico sta annullando gli ultimi 50 anni di progressi avuti sulla salute e nel contrasto alla povertà, prospettando la possibilità di avere entro il 2030, 120 milioni di persone in più nello stato di povertà. I cambiamenti climatici rischiano infatti di accentuare una potenziale penuria di cibo e conflittualità, che peserà sui paesi in via di sviluppo. Questi soffriranno almeno il 75% dei costi dei cambiamenti climatici, nonostante la popolazione povera produca solo il 10% delle emissioni di CO2.
I passi avanti sono pochi e lenti, come dimostra il recente fallimento dell’Europa sull’accordo delle emissioni zero entro il 2050. La situazione è preoccupante e l’Italia sarà una delle dirette interessate di questi fenomeni a catena, risentendone in primis il settore agricolo. La nostra preoccupazione in quanto Fondazione Campagna Amica è rivolta infatti a tutti gli agricoltori che tramite il loro lavoro di custodi dell’ambiente e della biodiversità cercano di salvaguardare la natura attraverso il rispetto che pongono nella lavorazione della terra e di arginare gli effetti del cambiamento climatico. E come cittadini è necessario sostenere questi “eroi” che, tramite il loro lavoro e affrontando le tante difficoltà quotidiane, continuano a produrre cibi che proteggono gli ecosistemi; anche per questo è importante acquistare nella rete di mercati locali di Campagna Amica, per conoscere, supportare e lottare insieme agli agricoltori contro il cambiamento climatico.