01.06.2019
Nel 2001 la FAO ha istituito questa giornata dedicata alla produzione e al consumo di latte per sensibilizzare i consumatori all’importanza di questo prodotto che per millenni è stato un alimento basilare in molte civiltà e che ancora oggi è il più “globale” dei cibi
Nel 2001 la FAO ha istituito una giornata mondiale dedicata alla produzione e al consumo di latte per sensibilizzare i consumatori all’importanza di questo prodotto che per millenni è stato un alimento basilare in molte civiltà e che ancora oggi è il più “globale” dei cibi.
Secondo le statistiche FAO 2013, l’85% della produzione globale di latte proviene da mucche, seguite da bufali (11%), capre (2%), pecore (1%) e cammelli (0,4%).
Da qualunque animale provenga, il latte viene bevuto in tutto il mondo e in molti paesi rappresenta una delle fonti principali di nutrienti.
Nel latte vaccino, ad esempio, troviamo le proteine (caseina e sieroproteine) che contengono tutti gli aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e devono quindi essere introdotti con l’alimentazione. È presente poi una componente lipidica, che può variare in base al tipo di scrematura, e di zuccheri, fonte di energia prontamente utilizzabile. Completano il profilo nutrizionale del latte vaccino i minerali (soprattutto calcio, ma anche fosforo, potassio, magnesio, zinco, selenio) e le vitamine (gruppo B, C, A, E, D).
Per il suo apporto energetico compreso fra le 36 kcal e le 64 Kcal per 100 grammi (dal latte scremato a intero) il latte è definito un alimento a bassa “densità energetica” e con elevata “densità nutrizionale” perché fornisce un elevato numero di nutrienti e relativamente poche kilo-calorie. Inoltre il latte è l’alimento che offre la migliore qualità nutrizionale al minor prezzo. Basti pensare che 130 grammi di mandorle forniscono la stessa quantità di calcio di 2 porzioni di latte ma con 8 volte più calorie e a un prezzo 10 volte più caro.
Il latte è quindi un alleato della nostra salute, ma anche della sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile. La FAO sostiene infatti che il settore zootecnico può svolgere un ruolo chiave nel migliorare la vita di milioni di persone, fornendo cibo, lavoro, reddito e opportunità economiche. Ci sono infatti grandi possibilità per lo sviluppo di prodotti caseari da altre specie, in particolare capre, che sono più facili da mantenere rispetto ai bovini e possono far aumentare l’accessibilità alla produzione di latte delle famiglie rurali povere. Senza contare che il latte di molte specie sottoutilizzate perché storicamente non allevate ai fini della produzione di latte (ad esempio lama, alpaca, asina, renna) risulta allo stesso modo molto ricco di sostanze nutritive.
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