Agricoltura sociale

15.05.2019

Ortoterapia: quando la natura riabilita l’uomo

Migliorare la qualità della vita vuol dire migliorare anche l'autostima, lo stato di salute, ma anche il benessere psicologico, fisico e sociale delle persone. Queste attività sono indicate per individui affetti da disabilità fisiche e psichiche, da disagio sociale e marginalità, ma anche per malati di Alzheimer o per chi soffre di ansia e depressione

L’ortoterapia – dall’inglese Horticultural Therapy – può contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone che la praticano, attraverso il contatto diretto con la natura.

La “nascita” delle attività ortoterapeutiche risale al 1600 circa quando, in un ospedale dell’Inghilterra, venne chiesto ad alcuni pazienti, che non potevano permettersi di sostenere le spese per le cure mediche, di curare il giardino dell’ospedale; i risultati furono inaspettati. Infatti, questi pazienti guarirono meglio – e in minor tempo – rispetto a quelli che ricevevano più cure da parte dei medici. Questo “fenomeno” non ebbe grande rilevanza all’epoca, ma venne riscoperto al termine della Seconda guerra mondiale: alcuni reduci di guerra vennero sottoposti ad attività ortoterapeutiche e in breve tempo riacquistarono salute, capacità motorie e una migliore salute mentale.

L’interesse verso queste esperienze è crescente, tuttavia manca ancora un riconoscimento ufficiale di queste discipline e dei percorsi di formazione specifici. Sebbene in Italia esistano corsi di specializzazione presso scuole tecniche e università alle quali, sulla base di esperienze pluriennali, vengono riconosciute competenze specifiche.

L’ortoterapia prevede azioni sinergiche svolte da diverse figure professionali specializzate in diversi campi; psicologi e psichiatri, il cui compito è quello di impostare la terapia e trasferire le informazioni sulle patologie agli operatori sanitari che, nella pratica, organizzano e gestiscono le attività terapeutiche o co-terapeutiche, agronomi, giardinieri o gli stessi imprenditori agricoli che guidano le attività in campo, individuano l’area di lavoro, trasferiscono le nozioni sulle attività da svolgere (semina, trapianto, raccolta e lavorazioni del terreno) al fine di garantire il “successo” delle attività co-terapeutiche e, quindi, il benessere di chi le pratica.

I benefici dell’ortoterapia sono molteplici, e interessano:

  • la sfera cognitiva: attraverso il riconoscimento del nome delle piante e/o degli attrezzi da lavoro, che aumentano la capacità di apprendimento e stimolano la memoria e la concentrazione; ma anche l’attitudine a ricordare la giusta sequenza delle attività da svolgere;
  • la sfera affettiva: in quanto le attività svolte in mezzo al verde e, soprattutto, all’aria aperta infondono un senso di rilassamento e di quiete, riducendo così l’ansia;
  • la sfera fisica: in cui rientrano le attività di semina, la cura delle piante e la raccolta dei frutti, che stimolano i movimenti, la coordinazione degli occhi e delle mani, contribuendo a sviluppare la propria psicomotricità;
  • la sfera emotiva: dove il contatto con la terra e con la natura riducono lo stress, eventuali comportamenti aggressivi, l’affaticamento mentale e la depressione;
  • la socializzazione: attraverso attività di gruppo si migliora il senso di responsabilità nelle persone: sia nei confronti delle piante che degli altri componenti del gruppo, per raggiungere insieme un determinato obiettivo.

Le attività di ortoterapia contribuiscono anche a sviluppare la pazienza: riconoscere e attendere le varie fasi di crescita delle piante e/o delle colture per la raccolta dei prodotti o, più semplicemente, per godere della bellezza di un fiore o di una pianta.

Le attività, se caratterizzate da un processo con una dimensione produttiva, rientrano tra le attività di agricoltura sociale nell’ambito delle prestazioni e servizi co-terapeutici attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante (ai sensi dell’art. 2 della legge quadro n.141/2015).

Nel 1699 Leonard Maeger, giardiniere e scrittore, sull’English Gardener scrisse che “dedicare del tempo alla cura del giardino, zappando, seminando, togliendo le erbe infestanti è il miglior modo per conservare la propria salute”.

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