I CONSIGLI DI GIORGIO CALABRESE
26.03.2019
Ricca di fibre e ad alto potere saziante. Prima di decidere di buttarla, meglio saperne di più. Ecco i consigli del nutrizionista Giorgio Calabrese
La frutta è meglio consumarla con la buccia o senza? È una domanda che ci si fa spesso pensando alle primizie della bella stagione. Ma la buccia non è tutta uguale: dipende essenzialmente dalle differenze biologiche tra le varie tipologie botaniche e dall’altrettanto diversa organizzazione del frutto stesso (che può essere vero frutto, falso frutto; frutto semplice, frutto aggregato o composto, infruttescenza; drupe, bacche, esperidi, pomi eccetera.).
La buccia, più correttamente definita epicarpo, costituisce e delimita esternamente il pericarpo, la porzione carnosa che nutre il seme e lo protegge dai parassiti conservandone l’integrità. È quindi logico dedurre che quella esterna debba essere la parte più resistente dell’intero frutto e che la sua composizione chimica si avvalga di certe caratteristiche utili allo scopo. Se eliminiamo la buccia, quali sostanze perdiamo? Tutte le bucce contengono molte fibre alimentari non solubili che, quando transitano nell’intestino, lavorano come fossero degli attenti “spazzini”: fermentando, favoriscono l’evacuazione ed evitano così il ristagno di molecole tossiche responsabili di malattie importanti a carico del grosso intestino. Inoltre, le fibre contenute nella buccia hanno un potere saziante, utile per ridurre la fame, e dunque l’assunzione di cibo, quando si segue una dieta dimagrante.
Per chi invece ha problemi legati alla digestione è consigliabile eliminare la buccia, perché proprio la grande quantità di fibre potrebbe rallentare lo svuotamento gastrico. Ogni frutto ha poi le sue peculiarità e, di conseguenza, anche la buccia possiede proprietà diverse. Sicuramente, anche senza buccia, non si perdono tante ottime proprietà nutrizionali come acqua, sali minerali e vitamine. Però si perdono le molecole bioattive che troviamo invece nella buccia.
La preoccupazione maggiore di molti di noi sta nel dubbio che ci siano o meno residui di pesticidi. Ma la legislazione europea, e quindi anche quella italiana, sono comunque molto severe e rigorose su questo. Esiste un tempo di carenza in cui l’agricoltore deve interrompere qualsiasi tipo di trattamento sulla coltura prima che il frutto arrivi poi sul banco del venditore o al supermercato. In questo tempo vengono persi i residui di pesticidi, anche per quanto riguarda le colture non biologiche. Inoltre, ci sono dei controlli che vengono fatti sistematicamente e di solito registrano valori che sono molto al di sotto delle soglie di tolleranza. Proprio a proposito delle soglie di tolleranza va fatta una importante precisazione: non si riferiscono al fatto che un alimento possa essere dannoso o meno per la nostra salute, ma sono delle soglie di sicurezza molto al di sotto di quella che dovrebbe essere, appunto, una situazione potenzialmente dannosa. Per cui possiamo stare sereni e mangiare la nostra frutta con o senza buccia come più ci piace, con il piccolo accorgimento di lavare e sciacquare bene la nostra frutta preferita prima di consumarla.
A cura di Giorgio e Caterina Calabrese