18.02.2019
Nuovi e ambiziosi obiettivi nel Pacchetto energia pulita per tutti gli europei del Parlamento
Nel Novembre scorso il Parlamento Europeo ha fissato nuovi e ambiziosi obiettivi nel “Pacchetto energia pulita per tutti gli europei” anche alla luce del contesto politico internazionale e in particolare dell’accordo globale sul clima raggiunto a Parigi nel 2015, nel quale l’UE si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 del 40% rispetto ai livelli del 1990.
Gli obiettivi definiti sono:
I primi due obiettivi potranno essere rivisti, ma solo al rialzo, entro il 2030.
Rendere l’energia più efficiente ha una ricaduta economica molto importante sulle bollette dei cittadini. Inoltre permetterà di ridurre la dipendenza dell’Europa da fornitori esterni di petrolio e gas, di migliorare la qualità dell’aria e di proteggere il clima. I testi approvati garantiscono anche il diritto dei cittadini di produrre energia rinnovabile per il proprio consumo, di immagazzinarla e di vendere la produzione in eccesso.
Il rapporto dell’AEA “Reneable energy in Europe-2018” evidenzia che l’UE è ancora il leader mondiale nella produzione pro-capite di energia elettrica da fonti rinnovabili e che il crescente ricorso a questo tipo di energia ha consentito la riduzione della domanda di combustibili fossili e le relative emissioni di gas a effetto serra. L’Europa è quindi sulla buona strada per il raggiungimento dell’obiettivo fissato per il 2030, raggiungendo nel 2017 la quota del 17,4% di energie verdi nel consumo finale lordo. Tuttavia, il ritmo di aumento dell’uso delle energie rinnovabili è aumentato solo marginalmente rispetto al 17% del 2016 e si registrano ancora notevoli fluttuazioni di tale percentuale all’interno degli stati membri: da oltre il 30% del consumo finale lordo in Austria, Danimarca, Finlandia, Lettonia e Svezia a meno del 9% in Belgio, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi.
Per quel che riguarda il tema dei biocarburanti, la nuova normativa prevede che entro il 2030 almeno il 14% dei carburanti per i trasporti provenga da fonti rinnovabili e che già a partire dal 2019 il contributo dei biocombustibili di prima generazione sia gradualmente eliminato fino a raggiungere quota zero nel 2030. Il passaggio ai biocarburanti di seconda generazione è molto importante perché questo tipo di carburanti vengono prodotti con tecniche che non comportano sottrazione di terreno agricolo alla produzione alimentare o cambi di destinazione agricola.
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