Biometano, la nuova frontiera energetica
Entro il 2030 il 30% del consumo di energia dovrà essere prodotto da fonti rinnovabili. Intanto Coldiretti firma un’intesa con Eni per dare il via alla prima rete di rifornimento per il biometano agricolo “dal campo alla pompa”

È stato recentemente firmato a Lodi uno storico protocollo d’intesa fra il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il Direttore generale Refining & Marketing dell’Eni Giuseppe Ricci, alla presenza del Sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi, creando così il primo piano antismog con la coltivazione del biogas agricolo. La posta è alta: si vuole avviare la prima rete di rifornimento per il biometano agricolo con una produzione di circa 8 miliardi di metri cubi di gas “verde” entro il 2030 e abbassare così il livello di smog nelle città italiane. Il piano prevede la creazione di mini impianti che sfruttino gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti per produrre biometano e coprire fino fino al 12% del consumo di gas in Italia entro dieci anni. “In un’ottica di sostenibilità ambientale – spiega il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – è necessario passare da un sistema che produce rifiuti e inquinamento verso un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con una evoluzione che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea, orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente”.
Coldiretti stima che nell’arco dei prossimi dieci anni in Europa circoleranno 12,6 milioni di auto a gas, mentre gli autobus a gas arriveranno a un terzo del totale, i camion a un quarto, mentre i furgoni a gas cresceranno da 9mila a 190mila, secondo il rapporto di Oil&nonoil. In modo parallelo si vedrà anche un aumento della produzione di gas rinnovabili. Ad oggi in Europa vengono prodotti 1,23 miliardi di metri cubi annui, grazie ad oltre 17mila impianti a biogas (il 70% nel settore agricolo) per 9.985 MWe. In Italia con una potenza complessiva che supera i 1.400 MWe si contano oltre 1.900 impianti operativi, di cui 2 su 3 nel settore agricolo, posizionando il Bel Paese al secondo posto a livello europeo dopo la Germania.
In occasione della firma d’intesa con Eni, è stato ribadito come entro il 2030 il 30% del consumo di energia dovrà essere prodotto da fonti rinnovabili riducendo così del 40% le emissioni di CO2 per arrivare all’80% entro il 2050 rispetto ai valori del 1990, mentre il settore trasporti, entro l’anno prossimo, dovrà coprire con fonti rinnovabili il 10% del fabbisogno energetico per arrivare al 21,6% fra dieci anni.
Le destinazioni del biometano sono molteplici: stazioni di rifornimento di carburante per autobus e furgoni, auto, camion e trattori, cogenerazione in impianti centralizzati, contatori domestici per riscaldamento e cottura e utenze per le produzioni industriali. Grazie a questo “stravolgimento energetico” sarà possibile innescare un circolo virtuoso che vede nella gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green i suoi pilastri. In Italia il gas copre il 34,6% dei bisogni energetici nazionali con oltre 71 miliardi di metri cubi distribuiti principalmente tra il settore residenziale e artigianale (40,7%), industriale (20,4%) e quello dei trasporti (1,5%). Il biometano diventa così un volano di sviluppo di estrema importanza in un paese come l’Italia che è già al terzo posto in Europa per consumi energetici da fonti rinnovabili con una quota complessiva pari al 17,41% del totale dell’energia utilizzata a livello nazionale e ha raddoppiato in undici anni i propri consumi “green”.
Infine bisogna sottolineare che l’uso del biometano presenta numerosi vantaggi: oltre alla riduzione dei combustibili fossili nel consumo energetico, il suo processo produttivo rende disponibile altri sottoprodotti come, ad esempio, il digestato che, usato come materia organica, migliora la resa del terreno agricolo e la sua capacità di imprigionare l’anidride carbonica presente nell’aria.
Alla luce di tutto questo, Fondazione Campagna Amica – soddisfatta dall’importante risultato per la sostenibilità ambientale, economica e sociale e la protezione della biodiversità – auspica che il biometano possa sostituire nel minor tempo possibile l’uso dei combustibili fossili e che il nostro ambiente e la nostra agricoltura possano risentire di questo cambio in maniera positiva.