23.01.2019
I contesti agricoli, i luoghi e gli spazi dove l’agricoltura viene praticata hanno una funzione abilitante nei confronti di persone con problematiche di inclusione o con problemi di disabilità
Le caratteristiche del lavoro agricolo, la variabilità delle mansioni presenti, il contatto con la natura, le piante e gli animali, fanno dell’agricoltura un contesto abilitante. Di conseguenza, avviare un’attività di agricoltura sociale vuol dire agire sul contesto e sull’azienda agricola per renderli adatti agli obiettivi di lavoro di integrazione. La varietà dei lavori agricoli fa sì che al mutare del contesto possa “diminuire” il grado di disabilità. Ad esempio, l’attività agricola permette la segmentazione di un lavoro complesso in più passaggi semplici, rendendo ogni singolo passaggio inclusivo per ogni utente. E’ necessario, tuttavia, prestare alcune attenzioni.
Non basta cioè “spostare in campagna” le attività ma si deve mantenere, valorizzare e fare leva sulle peculiarità dell’azienda agricola per poter realizzare un’attività efficace. “L’agricoltura sociale è un’agricoltura autentica, vera. Sono i contesti agricoli, i luoghi, gli spazi dove l’agricoltura viene esercitata che realizzano essi stessi una funzione abilitante nei confronti di persone con problematiche di inclusione o con problemi di disabilità.” (Senni – da La Buona Terra, documentario Rai Segretariato Sociale).
Cosa è un’azienda agricola sociale
L’azienda agricola è il luogo fisico che rende possibile l’incontro di diverse persone e il contesto all’interno del quale, e attraverso il quale, si realizzano le attività agricole-sociali, animate dalle competenze di volta in volta necessarie: attività terapeutiche, inserimento lavorativo, servizi alla collettività, nidi aziendali, produzioni etiche, attività didattiche. In questo modo l’azienda svolge la propria attività agricola o zootecnica per vendere i propri prodotti sul mercato e lo fa in modo integrato con la produzione di servizi a vantaggio di soggetti deboli. L’azienda così facendo si rende utile al territorio e, col tempo, costruisce la propria reputazione aziendale che diventa una chiave di diversificazione attraverso l’ingresso in nuove reti, la costituzione di nuovi mercati e nuovi ruoli per l’imprenditore agricolo nella società. L’impresa agricola si riposiziona, si “distingue” dalle altre imprese agricole tradizionali e viene riconosciuta come impresa che mira a tutelare non solo il consumatore (con le produzioni e l’attenzione al territorio) ma anche la comunità locale con la fornitura di servizi.
L’azienda agricola, ed ancor più il binomio azienda agricola-imprenditore agricolo, apporta la dimensione produttiva, necessaria per “fare”, e nel “fare” sperimentarsi come persone e gruppo di lavoro e, conseguentemente, apprendere dall’esperienza (learning by doing-imparare facendo). L’azienda agricola consente, inoltre, di entrare nell’ottica del “fare per davvero”, necessaria al fine di sviluppare nelle persone coinvolte senso di responsabilità, fiducia, entusiasmo, autostima. L’azienda agricola, infine, si caratterizza ed offre le seguenti peculiarità: ritmi naturali (stagioni, cicli della vita – nascita, morte, sessualità/riproduzione, malattia, cura, …), successioni di operazioni, varietà di compiti (semina, irrigazione, raccolta, diserbo,…), la possibilità di “prendersi cura” di qualcosa/qualcuno (piante, animali), la possibilità di sentirsi parte di un processo in cui il prodotto finale è ottenuto dal lavoro di tutti e dall’apporto dato da tutti pur in misura diversa. Tutti questi aspetti, che caratterizzano il contesto dell’azienda agricola, hanno ricadute positive sugli utenti.
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