05.12.2018
Nel 2017 l’Italia ha perso il 7,67% della sua superficie, pari a circa 23.062,5 km quadrati. Nella Giornata Mondiale del suolo, leggi il nostro approfondimento tematico
La degradazione del suolo, la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono facce diverse della stessa medaglia, che arrecano conseguenze devastanti alla salute del nostro pianeta. In particolare, per quel che riguarda la degradazione del suolo, è necessario distinguere fra terreno e suolo e dare qualche piccola nozione.
Il terreno ha una conformazione stratificata, dove lo strato più superficiale viene denominato suolo. L’erosione del suolo consiste nel fenomeno di asportazione del materiale che lo costituisce da parte dell’acqua e del vento, attraverso azioni meccaniche e chimiche, oltre che dalle attività antropiche. È importante sottolineare che dal punto di vista scientifico e tecnico viene fatta un’ulteriore distinzione: al concetto di erosione del suolo (soil erosion) si aggiunge quello di perdita di suolo (soil loss) e di produzione di sedimento (sediment yield). Si parla di erosione quando si fa riferimento al fenomeno locale di distacco e movimento del materiale; di perdita di suolo se ci si riferisce alla quantità totale di materiale asportata da un campo, da un pendio o da un versante; di produzione di sedimento quando si considera la quantità di materiale che passa attraverso la sezione di chiusura di un bacino.
Il concetto di suolo viene correlato automaticamente alla nozione di agricoltura. Si stima che il 95% del nostro cibo viene prodotto direttamente o indirettamente sui nostri suoli. Un suolo in salute fornisce i nutrienti essenziali, l’acqua, l’ossigeno e il supporto per le radici di cui le nostre colture alimentari hanno bisogno per crescere e prosperare. Un suolo sano, inoltre, contribuisce a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Il rapporto tra erosione del suolo e biodiversità è quindi strettamente correlato e multidimensionale, essendo considerata una delle minacce più gravi a quest’ultima. A livello globale circa 2,8 tonnellate di suolo vengono persi all’anno [t/(ha year)][1]. È ovvio come tutto ciò sia impattante sulla perdita degli organismi viventi che popolano il terreno, con un ruolo fondamentale per l’equilibrio naturale.
Secondo quanto riportato dal Join Research Center (Jrc) dell’Unione Europea, le regioni mediterranee e alpine sono quelle più colpite dall’erosione, causata dalle precipitazioni; è evidente come l’Italia sia una dei paesi più a rischio rispetto a questo fenomeno. Le ricerche del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) evidenziano come nel 2017 l’Italia abbia perso il 7,67% del suo suolo, pari a circa 23.062,5 km2. Le regioni maggiormente colpite sono state la Lombardia (310.156 ettari di suolo persi), il Veneto (con 226.530 ha), il Lazio (con 144.584 ha) e la Campania (con 140.924 ha)[2].
Recentemente il nostro Paese è stato inoltre colpito da forti alluvioni che hanno provocato ingenti perdite a livello ambientale. Secondo le stime di Coldiretti e Federforeste, l’ondata di piogge di novembre ha determinato la perdita di 14 milioni di alberi, compromettendo l’equilibrio ecologico e ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica; sono stati abbattuti soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli; per tornare alla normalità ci vorrà almeno un secolo. È evidente come la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge.
Anche se la retorica ambientale pone l’accento soprattutto sul cambiamento climatico, è indiscutibile la correlazione di quest’ultimo all’erosione del suolo e delle gravi ricadute che si hanno, e che si avranno, sia a livello macro che micro. La consapevolezza di ogni singola persona e i piccoli gesti quotidiani possono salvaguardare il nostro habitat naturale. In particolare la scelta di comprare un prodotto alimentare di cui si conosce l’origine e la modalità di coltivazione permette sia di sostenere il piccolo agricoltore sia di sostenere modalità di produzione idonee alla conservazione del suolo e del nostro pianeta in generale. Per questo motivo la “spesa consapevole” presso i mercati di Campagna Amica, grazie a regole rigide e controlli periodici, rappresenta una sicurezza sia per il consumatore che per l’ambiente.
[1] Orgiazzi A., Panagos P., Soil biodiversity and soil erosion: It is time to get married, Joint Research Centre (JRC, 2018 pp. 1156
[2] Rapporto ISPRA-SNPA, Il consumo di suolo in Italia, Edizione 2018, pp 2.