16.10.2018
Ogni giorno la vita frenetica che conduciamo e una cattiva informazione ci porta a sprecare quantità immense di cibo. Ecco alcuni consigli per migliorare la nostra quotidianità
Leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante. Ecco alcuni “semplici” consigli per contrastare lo spreco del cibo che ogni giorno finisce nella nostra spazzatura.
La frutta e verdura acquistata direttamente dal produttore nei mercati di Campagna Amica può durare anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio.
Occhio alla conservazione e all’etichetta. Alcuni piccoli accorgimenti di economia domestica permettono di mantenere frutta e verdura fresche tenendole lontane dai punti di calore per evitarne l’eccessiva maturazione. Oppure, l’olio extravergine al buio per evitarne l’ossidazione o le patate per evitare il germogliamento.
Un altro aspetto fondamentale è la conoscenza delle informazioni fornite in etichetta con riguardo alla scadenza dei prodotti e in particolare in merito al diverso significato tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro il…”. La dicitura “da consumarsi entro” è la data entro cui il prodotto deve essere consumato e anche il termine oltre il quale un alimento non può più essere posto in commercio. Tale data non deve essere superata altrimenti ci si può esporre a rischi importanti per la salute. Si applica ai prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili come il latte fresco (7 giorni) e le uova (28 giorni). Discorso diverso merita invece il Termine Minimo di Conservazione (TMC) riportato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” che indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà organolettiche e gustative, o nutrizionali specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
Porta a casa gli avanzi del ristorante. È importante ricordare che la richiesta di portare a casa gli avanzi dei pasti consumati al ristorante è un diritto dei clienti sancito anche dall’entrata in vigore della legge 166/16 sugli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo”.
In tavola con le ricette antispreco. Intanto sulle tavole degli italiani sono tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta. I piatti antispreco sono tanti, basta solo un po’ di estro e si possono preparare delle ottime polpette recuperando della carne macinata avanzata semplicemente aggiungendo uova, pane duro e formaggio oppure la frittata di pasta per riutilizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avanzate avvolgendole in una croccante sfoglia.
Se avanza del pane, invece, si può optare per la più classica panzanella, aggiungendo semplici ingredienti, sempre presenti in ogni casa, come pomodoro olio e sale per arrivare alla più tradizionale ribollita che utilizza cibi poveri come fagioli, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Ma anche la frutta può essere facilmente recuperata se caramellata, cotta per diventare marmellata o semplicemente in macedonia.
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