23.07.2018
Cosa mangiano d'estate gli italiani per rimanere in forma nell'approfondimento curato da Inipa-Coldiretti Education
Con le ferie ormai alle porte, due sono i temi che appassionano i vacanzieri di tutta la penisola: la temuta “prova costume” e la voglia di abbronzatura.
La novità dell’estate 2018 in Italia è proprio il forte aumento nella ricerca di benessere: se il 58% degli italiani afferma di mangiare sano e di fare attenzione al contenuto degli alimenti, più di un italiano su quattro (27%) ha deciso di mettersi a dieta per superare la prova costume.
Sotto l’ombrellone, gli italiani stanno modificando anche la composizione dei pranzi al sacco in riva al mare, la cui motivazione principale non è tanto il risparmio, quanto piuttosto la ricerca di una migliore forma fisica e salute, attraverso un consumo maggiore di frutta e verdura che, oltre a far bene alla salute, difendono il corpo dal sole e dal caldo: in testa alle preferenze c’è quindi l’insalata di riso, seguita dalla caprese e dalla macedonia.
Purtroppo però, in questi giorni di caldo, poter mostrare una perfetta forma fisica in costume da bagno è stata una prova superata solo dalla metà degli italiani, con il 45,9% che ha problemi di sovrappeso.
Per quanto riguarda invece il secondo punto, cioè rilassarsi a prendere il sole, secondo una recente ricerca dell’Istituto Ixè, non è più soltanto una prerogativa tipicamente al femminile, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Infatti, se ben 4 uomini su 5 (82% degli intervistati) dichiarano di non voler rinunciare alla tipica abbronzatura estiva anche a costo di non usare alcuna tipo di protezione solare (14%), poco più di 1 donna su 4 (28%) afferma che la prossima estate non si esporrà al sole per abbronzarsi, ma il 91% di quelle che lo faranno dimostrano di essere più attente nel proteggersi dai raggi ultravioletti (UV).
La radiazione ultravioletta costituisce circa il 10% della luce solare, di cui l’atmosfera riesce a bloccarne oltre il 70%. In particolare, quasi la totalità dei raggi UV-A e una piccola parte di UV-B penetrano lo strato d’ozono venendo maggiormente a contatto con la pelle, mentre i raggi UV-C, che sono in grado di ustionare senza abbronzare, vengono “respinti” dall’atmosfera terrestre.
L’abbronzatura è quindi quel fenomeno naturale e protettivo che induce la pelle umana a scurirsi a causa dell’esposizione alle radiazioni solari e grazie a quella ultravioletta il nostro corpo produce la vitamina D3 che è benefica per ossa, muscoli e sistema immunitario.
Ma sebbene sia ormai noto quanto importante per la salute evitare di prendere il sole negli orari centrali della giornata, dalla tarda mattinata al primo pomeriggio, forse gran parte di noi non sa che grazie all’assunzione di alcuni cibi è possibile avere una perfetta abbronzatura, con un occhio attento alla forma fisica e allo stesso tempo ottenere una protezione aggiuntiva per la nostra pelle.
Esistono infatti alcuni tipi di frutta e verdure che favoriscono la produzione nell’epidermide del pigmento melanina, che rende la pelle più resistente alle scottature solari. Questi “cibi abbronzanti”, sono dei potenti antiossidanti naturali, perché ricchi di vitamine A, C ed E, e sono utili anche nel ridurre l’eccessiva formazione di radicali liberi.
Nella classifica del “cibo che abbronza” troviamo quindi radicchi, albicocche, insalate, cicoria, lattughe, sedano, meloni, peperoni, pomodori, pesche, fragole, ciliegie e cocomeri che sono peraltro disponibili in grande quantità e varietà con un ottimo rapporto prezzo/qualità in questa stagione. Ma al primo posto della classifica ci sono le carote che contengono ben 1200 microgrammi di Vitamina A ogni 100 grammi (o quantità equivalenti di caroteni).
Perciò, prima di arrivare sulla spiaggia, nel weekend o durante le vacanze estive, il consiglio è quello di andare in un mercato contadino o dai produttori locali e acquistare frutta e verdura del territorio che possiamo consumare come merenda o pranzo al sacco. In questo modo saremo ancora più pronti per avere un’abbronzatura perfetta, con un occhio attento alla nostra salute, ma anche alla sostenibilità e genuinità del cibo che acquistiamo.
Tuttavia, come ricorda il Ministero della Salute, la pelle “è la nostra prima difesa verso il mondo che ci circonda” ed è quindi importante, specialmente nell’infanzia e nell’adolescenza, usare i giusti sistemi di protezione per difenderla dai fattori di rischio dovuti alla sovraesposizione ai raggi UV, come le fastidiose scottature, gli eritemi o l’insorgere di malattie più gravi.
Tra i metodi che tutti conosciamo troviamo infatti le creme con filtro solare e i metodi fisici, come indumenti, cappello, occhiali o semplicemente un riparo sotto l’ombra: solitamente i tessuti degli indumenti estivi hanno un fattore di protezione ultravioletta (UPF) di circa 6, cioè il 20% degli UV riesce ad attraversarli; leggermente diverso è invece il significato del fattore di protezione solare (SPF) indicato sulle etichette dei prodotti cosmetici. Questo numero indica la capacità del prodotto di prevenire la formazione di un eritema che però può variare in funzione del tipo di pelle e del tempo di esposizione solare: con buona approssimazione un SPF 50 lascia passare circa 1/50 della radiazione solare (fermandone il 98%). Quindi usare solo una crema solare una volta al giorno potrebbe non essere sufficiente perché la reazione alle radiazioni dipende soprattutto dalla tipologia della nostra pelle.