09.07.2018
Statisticamente, per il resto dell’anno l’Europa dipenderà dalle importazioni per soddisfare la richiesta dei consumatori. In Italia la data limite è addirittura il 6 aprile
Oggi è il Fish Dependence Day europeo, ovvero la fine simbolica per l’Europa delle proprie scorte di pesce. Per tutto il resto dell’anno l’Europa dipenderà dalle importazioni per soddisfare la richiesta dei consumatori, secondo un’analisi del Wwf. Sulle tavole degli abitanti dell’Ue c’è infatti più pesce di quanto se ne possa pescare o allevare, con oltre la metà della domanda europea soddisfatta dal resto degli oceani, soprattutto dai paesi in via di sviluppo che forniscono la metà del prodotto consumato.
Una situazione che peggiora in Italia dove le scorte sono esaurite già dal 6 aprile scorso. In poco più di 3 mesi l’Italia ha consumato l’equivalente dell’intera produzione ittica annuale nazionale e la restante parte dell’anno dipenderà dalle importazioni. Il settore ittico è in crisi: si pesca meno, ma peggio. I pescatori diminuiscono, ma non lo sforzo di pesca. Anche per questo è importante sostenerli, privilegiando l’acquisto di pescato locale a miglio zero come nei mercati di Campagna Amica che tagliano la filiera dal produttore al consumatore.
Il Fish Dependence Day europeo è arriva un mese prima rispetto al 2000. Oggi a minacciare i mari ci sono le plastiche che riducono ulteriormente la disponibilità di risorse nel momento in cui entrano a far parte della catena alimentare. Rispetto ai consumi pro capite l’Italia è all’ottavo posto in Europa, con una media di 28,9 kg l’anno, preceduta da Portogallo (55,3 kg), Spagna (46,2 kg), Lituania (44,7 kg), Francia (34,4 kg), Svezia (33,2 kg), Lussemburgo (33,1 kg) e Malta (32 kg). In Europa, a parte Croazia, Paesi Bassi, Estonia e Irlanda, gli altri paesi consumano più di quanto siano in grado di pescare e produrre, dipendendo così dalle importazioni per sostenere i propri consumi nazionali.