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22.05.2018

Le minacce alla biodiversità

In Italia hanno trovato un habitat favorevole i parassiti "alieni" provenienti da altri continenti: dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii fino alla Aethina tumida

Non solo la Xylella fastidiosa proveniente dal Costa Rica che sta facendo strage di ulivi in Puglia con danni che ammontano a circa un miliardo di euro ma a colpire i primati di biodiversità del made in Italy ci sono le invasioni di parassiti “alieni” provenienti da altri continenti che a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali sono arrivati in Italia dove hanno trovato un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii fino alla Aethina tumida. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della giornata della biodiversità vegetale dalla quale si evidenzia che sotto attacco ci sono i simboli dell’agricoltura italiana, dall’ulivo al pomodoro, dagli agrumi al castagno, dalle ciliegie ai mirtilli, ma anche le piante ornamentali come le palme e perfino le api. Se per la Xyella l’Italia è stata addirittura deferita alla Corte Ue, l’ultima arrivata è la “cimice marmorata asiatica” (Halyomorpha halys) che sta distruggendo i raccolti nei frutteti, negli orti ma anche le grandi coltivazioni di soia e di mais nel nord Italia ma preoccupa anche la Popillia japonica originaria dal Giappone che può attaccare 295 specie vegetali, di cui almeno cento di forte interesse economico, come il mais, la vite, il pomodoro, i meli, i fiori. Hanno invece già pagato un conto salatissimo le castagne per colpa del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento. E danni sta anche facendo la Drosophila Suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva soprattutto in Veneto. La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata dall’insetto killer delle api che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare. Si tratta del coleottero Aethina tumida della famiglia dei Nititulidi che aveva già invaso il Nord America alla fine degli anni ’90 provocando ingenti danni, diretti ed indiretti. E se gli agrumi della Sicilia sono stati gravemente attaccati dalla Tristeza (Citrus Tristeza Virus) i kiwi dal Lazio al Piemonte hanno dovuto fare i conti con la batteriosi del kiwi (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae), mentre melo e pero in Emilia sono stati colpiti dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora). Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise. Per difendere il patrimonio del made in Italy agroalimentare è necessario rafforzare gli strumenti di intervento per sostenere i produttori fortemente danneggiati ma è anche necessario potenziare la ricerca per la prevenzione. Fondamentali sono certamente i controlli sulle importazioni e la lotta al commercio irresponsabile.

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