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23.04.2018

Made in Italy, export record per piante e fiori

All'estero i più richiesti sono soprattutto alberi, arbusti e cespugli da esterni a scopo ornamentale

Mai così tanti fiori, piante e bulbi made in Italy hanno abbellito case, parchi e giardini in tutti i continenti con le esportazioni dei prodotti della floricoltura nazionale che nel 2017 segnano il record storico di quasi 832milioni di euro con una crescita del 28,3% negli ultimi 10 anni. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat in occasione di Euroflora, la principale fiera italiana del florovivaismo in Italia.

Dopo il crollo dell’export registrato all’inizio della crisi nel 2008 si assiste oggi a una decisa ripresa dell’interscambio con l’estero con la bilancia commerciale positiva per oltre 283 milioni di euro. Una corsa che sembra confermata anche all’inizio del 2018 con una crescita delle esportazioni del 21,5% nel solo mese di gennaio. Si tratta di un segnale importante per un settore che solo in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti su 27mila aziende, diffuse su tutto il territorio nazionale ma con distretti importanti in Toscana, nel Lazio e in Liguria.

A essere richiesti all’estero sono soprattutto piante, alberi, arbusti e cespugli da esterni, a scopo ornamentale che, complessivamente, rappresentano i tre quarti delle esportazioni. Ma vanno forte anche le fronde recise, i ranuncoli, i garofani e i tulipani come quelli del primo giardino italiano “pick your own” aperto a Cornaredo (in provincia di Milano) dove i consumatori possono entrare e cogliere personalmente scegliendo fra 350mila fiori per 312 varietà differenti.

Per valorizzare la produzione made in Italy è stata ideata anche l’etichetta “Piante e fiori d’Italia” perché è importante che nel settore florovivaistico il prodotto italiano possa essere riconosciuto e scelto da consumatori e addetti ai lavori, in coerenza con il processo di trasparenza ormai da anni in corso nel settore agroalimentare. Per le piante aromatiche, invece, in Veneto è stata lanciata l’etichetta “parlante” con il QR code attraverso la quale, usando un qualsiasi smartphone, è possibile avere informazioni su luogo di coltivazione, nome del produttore, le caratteristiche della pianta, i suoi utilizzi anche le soluzioni migliori per posizionarla all’esterno o all’interno dell’abitazione.

Il verde sta diventando sempre più non solo un elemento di arredo ma una vero e proprio indicatore di qualità e stile di vita con una accresciuta sensibilità ambientale dei cittadini a livello globale che si realizza nelle case e nell’arredo urbano delle città ma è anche il frutto dell’importante azione svolta dal verde nel contenimento. Una rilevanza riconosciuta anche nell’ultima manovra finanziaria con l’approvazione del bonus fiscale del 36% su tutti gli interventi per giardini e terrazzi, privati e anche condominiali. Si tratta di una misura importante per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento.

Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Il verde urbano in Italia però rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) con una media nazionale di appena 31,1 metri quadrati per abitante, in base dell’ultimo rilevamento Istat. La situazione è più difficile nelle metropoli che hanno una disponibilità di spazi verdi che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino.

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