
La lotta agli sprechi inizia con la spesa dal contadino
Una maggiore attenzione al problema ha condotto 30 milioni di italiani a scegliere di acquistare prodotti a km 0 direttamente dal contadino almeno una volta al mese

Secondo il rapporto FAO 2017, la fame nel mondo interessa 815 milioni di persone e dopo una costante diminuzione durata circa 10 anni, per la prima volta torna a crescere. Ma paradossalmente, in altri Paesi del mondo, ben un terzo del cibo prodotto viene sprecato. Lo spreco riguarda tutta la filiera alimentare e gran parte si concentra nelle mura domestiche; è per questo che la legge nazionale contro gli sprechi alimentari (legge 166/2016) pone al centro dell’attenzione il consumatore per migliorare e correggere quei comportamenti che causano lo spreco alimentare.
Per fortuna in Italia crescono i segnali positivi nei comportamenti dei cittadini. Secondo un’indagine dell’Istituto Ixè, quasi tre italiani su quattro (71%) hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari nell’ultimo anno anche grazie ad una rinnovata sensibilità ambientale e ai cambiamenti nei propri stili di vita. Ad esempio una maggiore attenzione al problema ha condotto 30 milioni di italiani a scegliere di acquistare prodotti a km 0 direttamente dal contadino almeno una volta al mese; Il 63% degli italiani contribuisce quotidianamente a ridurre lo spreco alimentare utilizzando quello che avanza nel pasto successivo.
Il Food Waste, secondo la definizione anglosassone, può infatti essere distinto tra:
- evitabile: cibo e bevande gettati via pur essendo ancora commestibili
- possibilmente evitabile: cibo e bevande che alcune persone consumano e altre no (ad esempio, croste di pane), o cibo che può essere commestibile solo se cucinato nel modo appropriato;
- inevitabile: sprechi risultanti dalla preparazione di cibo o bevande che non sono commestibili
Un importante contributo alla riduzione degli sprechi viene ad esempio dalla vendita diretta degli agricoltori, che garantisce una durata maggiore dei prodotti e soprattutto aumenta la conoscenza e la consapevolezza del consumatore delle caratteristiche del cibo, del territorio dal quale proviene e dell’ambiente. Il concetto di alimentazione sostenibile riguarda infatti sia la sfera produttiva sia quella della sostenibilità ambientale, perché attraverso un sistema più efficiente nella produzione e distribuzione dei prodotti agroalimentari possiamo salvaguardare la biodiversità e ridurre l’impatto sull’ambiente.
Gli agricoltori stanno già dando un contributo significativo alla gestione degli sprechi e per questo Coldiretti e Campagna Amica si sono attivate attraverso varie iniziative, invitando il consumatore a leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero ed effettuando acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura di stagione, ma anche realizzando un agri-bag per portare a casa gli avanzi dei pasti consumati negli agriturismi.
Un cittadino più informato del “valore” (materiale e immateriale) del cibo è infatti un consumatore che sicuramente evita di sprecarlo. Ed è per questo che la lotta allo spreco alimentare e l’incremento del consumo di cibo sostenibile, buono e genuino, deve necessariamente partire da un’adeguata educazione alimentare tra i banchi di scuola con il coinvolgimento di cittadini e mondo produttivo, valorizzando le specificità del territorio.