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04.12.2017

Natale, ritorna l’albero vero

Si inverte la tendenza rispetto gli anni passati, con una crescita del 3,8 per cento. Ma la maggioranza degli italiani sceglie ancora quello sintetico

In vista del Natale, salgono a 3,8 milioni gli alberi veri addobbati nelle famiglie italiane nel 2017 con un aumento del 3%, che fa registrare una significativa inversione di tendenza rispetto al passato dopo anni di riduzione (dati Coldiretti/Ixè). Ma la maggioranza degli italiani, circa 7/10, sceglie ancora l’albero sintetico, in gran parte recuperandolo dalla cantina. Vero o sintetico, in casa o nel giardino, l’albero di Natale trova spazio nell’88% delle famiglie italiane secondo una tradizione consolidata anche se con il cambiamento degli stili di vita si registrano nuove tendenze.
Comunque l’albero vero tende a rimpicciolirsi, non solo per questioni economiche ma anche per la facilità di trasporto e del minor numero di metri quadrati disponibili per abitazione. Il risultato è che negli ultimi quindici anni le dimensioni si sono ridotte e oggi la maggioranza degli abeti acquistati dagli italiani hanno un’altezza inferiore al metro e mezzo ma in molti casi non superano neanche il metro.
Per quanto riguarda i prezzi la spesa media degli italiani nell’acquisto dell’albero vero si stima di 35 euro, in leggerissimo aumento rispetto all’anno scorso, anche come conseguenza della tendenza dei consumatori ad acquistare degli abeti di varietà particolari ma anche più costose rispetto al tradizionale abete rosso. Complessivamente, comunque, gli abeti più piccoli saranno venduti anche quest’anno a prezzi variabili tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per varietà particolari.
La vendita avviene nei vivai, nella grande distribuzione, presso i fiorai, nei garden, ma ottime occasioni si trovano anche in molti mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente a differenza delle piante di bassa qualità importate dall’estero che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti. Nel nostro Paese gli alberi naturali sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a combattere l’erosione e gli incendi. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.
Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco. In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto.
Niente a vedere con le piante di plastica che arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.

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