10.10.2017

Obesity Day: italiani più magri, a dieta 1 su 4

Dopo anni di abbandono è tornata in auge la dieta mediterranea, con aumenti nei consumi di pesce fresco e frutta di stagione

Nell’ultimo anno quasi un italiano su quattro (24%) si è sottoposto a una dieta dimagrante, a riprova della crescente attenzione all’alimentazione e della decisa svolta salutista sulle tavole del Belpaese. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè divulgata in occasione dell’Obesity Day 2017 che si celebra in tutto il mondo e anche in Italia con diverse iniziative, dalle visite mediche all’educazione alimentare come in piazza Dante a Napoli con degustazione dell’olio extravergine d’oliva per raccontare il principe della dieta mediterranea.
Dopo anni di abbandono è infatti tornata prepotentemente in auge la dieta mediterranea, con un aumento record dei consumi che va dal +7% per il pesce fresco fino alla crescita del 6% per la frutta fresca, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primo semestre del 2017. Mai così tanta frutta e verdura è arrivata sulle tavole degli italiani da inizio secolo con una netta inversione di tendenza rispetto al passato. Un cambiamento a tavola che ha consentito all’Italia di collocarsi quest’anno ai vertici della classifica “Bloomberg Global Health Index” su 163 Paesi per la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale. Si è infatti ridotto infatti il numero di italiani adulti obesi (9,8%) o in sovrappeso (35,3%), anche il dato resta preoccupante con il 45% della popolazione che è fuori forma fisica, mentre è aumentata la speranza alla vita che ha raggiunto limiti da primato in Europa con 80,6 anni per gli uomini e 85,1 per le donne.
La dieta mediterranea – fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari – è stata riconosciuta universalmente essere importante per la salute tanto da meritarsi l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco il 17 novembre 2010. L’apprezzamento mondiale per questo regime alimentare si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno. La dieta mediterranea riconosciuta dall’Unesco non è solo alimentazione ma un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo.
In sovrappeso 1 bambino su 3
In Italia quasi un bambino su tre (30,6%) pesa ancora troppo, anche se negli ultimi anni si è verificata una riduzione del 13% per effetto dell’impegno sull’educazione alimentare a scuola e nelle case. Secondo l’indagine “Okkio alla salute”, la percentuale di bambini obesi è scesa dal 12% del 2008/09 al 9,3% del 2016, e quella dei bambini in sovrappeso è passata dal 23,2% del 2008/9 al 21,3% del 2016. Un risultato incoraggiante che dimostra la necessità di continuare ad investire sull’educazione alimentare a partire dalla scuola dove va privilegiato il consumo di prodotti salutari anche con l’uso delle nuove tecnologie. Il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre il 36% consuma ogni giorno bevande zuccherate o gassate.
Per assicurare una migliore alimentazione, ma anche per educare le nuove generazioni è importante privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza. Leggi i nostri consigli del nutrizionista per prevenire l’obesità infantile.

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