Non è più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo
Una delle novità introdotte dalla più recente legislazione Ue in materia di etichettatura riguarda la natura dei grassi e degli oli usati come ingredienti. Non è più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (ad esempio olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti negativi sulla salute). Ora tra gli ingredienti si deve specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato (ad esempio “olio di oliva”, “olio di semi di girasole”, “olio di colza”).
Inoltre, è diventato obbligatorio indicare se i grassi e oli sono “totalmente idrogenati” o invece “parzialmente idrogenati”, in ragione dell’interesse crescente che i consumatori hanno per i processi di trasformazione industriale spinta. I grassi idrogenati infatti presentano caratteristiche negative per la salute, perché si producono i famigerati grassi trans, deleteri per le arterie e la salute cardiovascolare, oltre che per l’Alzheimer e altre malattie. Ancora però non è possibile, nemmeno su base volontaria, indicare la presenza di grassi trans negli alimenti. È un aspetto da chiarire nonostante il consumo basso di questo genere grassi. Infatti si è notato che anche quantità piccole di grassi trans possono avere effetti negativi sulla salute. Una scelta libera e informata del consumatore è quindi importante per tutte le possibili ricadute sul benessere della persona.