“Il Paese deve tirare fuori l’orgoglio di difendere un prodotto attraverso un’arte, un mestiere che non è solo artigianalità ma valore del territorio. La pizza è legame profondo con l’agricoltura, con le farine, con i pomodori e con l’olio extravergine, che quest’anno caratterizza il Pizza Village grazie ad Aprol Campania. Coldiretti è pronta a puntare ai due milioni di firme per il rush finale della candidatura Unesco”. Lo ha Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, al convegno recentemente organizzato dalla fondazione UniVerde al Napoli Pizza Village. “Abbiamo sostenuto fin dall’inizio la candidatura – ha precisato Moncalvo – e continueremo a farlo con le iniziative negli eventi di Campagna Amica. Adesso occorre serrare le fila e portare questa battaglia fino in fondo, facendo giocare in squadra tutti i ministeri coinvolti: Cultura, Esteri e Agricoltura. Intorno a questo progetto siamo riusciti a mettere in piedi la più grande mobilitazione di popolo. Una sfida ormai internazionale, condivisa con Alfonso Pecoraro Scanio, che a dicembre vedremo arrivare a Seul, con l’obiettivo di poter dire che l’arte dei pizzaiuoli napoletani è patrimonio immateriale dell’Umanità”.
La passione per la pizza è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno seguiti da spagnoli, francesi e tedeschi e per finire gli austriaci con un 3,3 chili annui. Ogni giorno in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze nelle quasi 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio dove si lavorano, in termini di ingredienti, 200 milioni di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Una tradizione, simbolo del Made in Italy, che rischia di essere stravolta dalle più bizzarre ricette che non hanno nulla a che fare con l’originale, attraverso l’uso degli ingredienti più fantasiosi e improbabili. Per sostenere la candidatura Unesco,
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