L’Italia è il primo paese al mondo per siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’Unesco. Si tratta di luoghi di estrema bellezza, frutto della non solo di una straordinaria biodiversità ma anche della varietà di paesaggi, culture e colture che li hanno creati, modificati e conservati. Dopo Langhe, Roero e Monferrato, la candidatura a sito dell’Unesco del sito veneto "Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene" nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco da parte della Commissione Nazionale Italiana è sostenuta dalla popolarità conquistata a livello mondiale, dove il prosecco è il vino Made in Italy più esportato, ma anche il più imitato.
Con il via libera alla candidatura nazionale si aprirebbe un percorso la cui conclusione è prevista a Parigi luglio 2018 con il riconoscimento di un territorio di uno straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale. La candidatura del prosecco apre un anno storico per il Made in Italy nell’Unesco che tra il 4 e l’8 dicembre 2017 a Seul, dove si tiene il comitato mondiale, esaminerà anche quella per l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco a supporto del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti. L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).