11.01.2017

Maltempo, 14 miliardi di danni in agricoltura

Aumentano anche i prezzi, ma alcuni rincari sono ingiustificati, come quelli di mele, pere e kiwi che sono già stati raccolti da tempo

       
L’ondata di maltempo fa salire il conto dei danni all’agricoltura che per effetto dei cambiamenti climatici con gli eventi estremi ha perso più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali. È quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati del Crea, nel fare il un primo bilancio della devastazione provocata nelle campagne dal gelo e dalla neve nell’Italia del centro sud dove sono state raggiunte temperature del tutto anomale.
Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola. Anomalie che si evidenziano anche a livello territoriale come in questi giorni in cui mentre al nord come in Veneto nella provincia di Padova non piove da 40 giorni e i livelli dei grandi laghi del nord, dal Maggiore a quello di Como sono al di sotto della media, nel Mezzogiorno sono caduti quantitativi record di neve e le temperature sono proibitive con pesanti danni alle coltivazioni e agli allevamenti. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria  sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve.
Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, ma stanno morendo anche gli animali perché bevono acqua ghiacciata o non riescono neppure ad essere abbeverati a causa del congelamento delle condotte idriche mentre le verdure salvate e il latte raccolto viene consegnato con difficoltà per i problemi di viabilità soprattutto nelle aree interne. Insieme agli agricoltori a pagare il conto dei cambiamenti climatici rischiano di essere anche i consumatori che subiscono gli effetti delle speculazioni in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi aumentano in media del 200% dal campo alla tavola. Alcune referenze non sono più presenti nei banchi dei mercati all’ingrosso e in quelli del dettaglio mentre per altre le disponibilità sono ridotte ai minimi termini, dai finocchi ai carciofi, dai cavoli alle zucchine con inevitabili rifessi sui prezzi.
Ma ci sono anche prodotti che sono già stati raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori. Occorre anche evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per questo di fronte alle trappole del mercato in agguato, per fare acquisti di qualità al giusto prezzo la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi trasporto e privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Un modo per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del paese dove è positivo l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità annunciato dalle regioni e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.

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