15.12.2016

A piazza Navona il mercato degli agricoltori terremotati per aiutare la ripresa

Inaugurato stamattina il mercato di Campagna Amica nella storica piazza di Roma. Possibilità di fare acquisti di Natale e allo stesso tempo far ripartire le attività produttive in quelle zone colpite dal sisma dove stanno sparendo gli acquirenti

Cibo e solidarietà, tanta quella dimostrata anche stamattina a Roma dove, in piazza Navona, è stato inaugurato il mercato di Campagna Amica degli agricoltori terremotati che resterà aperto fino al 22 dicembre tutti i giorni dalle 10 alle 19. Lì si potranno acquistare le eccellenze provenienti dalle terre colpite dal sisma e, inoltre, si potrà comporre il proprio pacco di Natale magari per fare un ottimo regalo di qualità.
                
Nelle zone terremotate crollo del mercato. Un modo per aiutare anche quei luoghi dove ai danni diretti causati dal sisma ad abitazioni e stalle, si aggiungono quelli provocati dall’abbandono forzato di interi Paesi dove è crollato del 90% il mercato per le produzioni della terra e gli agricoltori e gli allevatori sono costretti a cercare canali alternativi per poter vendere i prodotti salvati dalle macerie. Questo è quanto emerge da una analisi Coldiretti sul bilancio di fine anno nelle campagne terremotate divulgato proprio in occasione dell’apertura del mercato di Campagna Amica, un’iniziativa promossa dalla Coldiretti all’indomani dell’importante approvazione definitiva del decreto terremoto. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Il crollo delle vendite ha colpito maggiormente i formaggi, dal pecorino alle caciotte, anche in ragione del fatto che nelle zone colpite dal sisma è prevalente l’attività di allevamento. L’abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende che, oltre a non vendere, devono comunque mungere tutti i giorni con la necessità di trasformare il latte o cederlo a qualche caseificio, peraltro in una situazione in cui la maggior parte delle strutture di questo tipo sono inagibili. In difficoltà anche il settore dei salumi, a partire da quelli pregiati a Denominazione di origine, dove al blocco delle vendite si è accompagnato quello della produzione a causa dell’inagibilità dei laboratori che si trovano nelle zone del cratere. 
   

Italiani e solidarietà: Coldiretti e Campagna Amica subito in campo. In una situazione così difficile, diventa ancora più importante la solidarietà degli italiani. Sette italiani su 10, sempre secondo la ricerca Coldiretti, hanno deciso di partecipare a Natale ad iniziative di solidarietà per il terremoto donando con sms o su conto corrente per il 33%, tramite associazioni per il 13% e per ben il 24% acquistando prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma. L’appuntamento di Piazza Navona è solo la punta dell’iceberg di una rete di solidarietà partita subito dopo le prime scosse con gli aiuti alimentari a tutta la popolazione, continuata con il sostegno per garantire la funzionalità delle aziende agricole con la consegna da parte della Coldiretti di macchinari, sementi, concimi, mangimi e fieno per l’alimentazione degli animali, ma anche camper, roulotte, moduli abitativi agli agricoltori ed agli allevatori per consentire di rimanere vicini ai propri animali, per i quali è attesa l’ultimazione delle  consegne delle stalle mobili entro la fine dell’anno. “Ora con l’inizio dell’inverno gli animali sono tornati dal pascoli in montagna nelle aziende e c’è bisogno di garantire fieno e mangimi per l’alimentazione” ha detto Moncalvo nel sottolineare che “per dare continuità all’attività produttiva è nata la caciotta della solidarietà, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate che 25mila italiani hanno già acquistato nei mercati di Campagna Amica dove lungo tutto lo Stivale si moltiplicano per le feste di fine anno le iniziative di ospitalità degli agricoltori delle aree terremotate per consentire la vendita dei prodotti salvati dal sisma”. Sono stati acquistati quasi diecimila cesti di Natale con i prodotti delle aree terremotate anche grazie all’enorme successo della vendita on line dal sito http://ricostruire.coldiretti.it. Quasi sei italiani su dieci (58 per cento) infatti frequentano i tradizionali mercatini di Natale dove acquistare regali per se stessi e per gli altri da mettere sotto l’albero o in tavola secondo l’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale emerge che tra quanti li frequenteranno solo il 18% non farà alcun acquisto mentre la maggioranza del 44 per cento spenderà in prodotti enogastronomici ma molti altri in decori natalizi (29%), prodotti per la casa, oggetti artigianali, capi di abbigliamento e i giocattoli. Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi. 
            
Mancano gli acquirenti, prodotti senza compratori. L’assenza di acquirenti  sta interessando un po’ tutte le produzioni, compresi farro, lenticchie e altri legumi. Un discorso a parte merita lo zafferano, spezia pregiata che negli ultimi tempi ha visto un interesse crescente da parte dei consumatori. Il periodo di raccolta cade, infatti, tra ottobre e novembre e, a causa del sisma, molti produttori non sono neppure riusciti a recarsi nei campi, lasciati incustoditi e devastati dai cinghiali. Situazione meno negativa per le lenticchie che erano già state raccolte prima del sisma e che si avvantaggiano della concentrazione della domanda nel periodo natalizio. Un calo pressoché totale delle vendite si registra, inoltre, per la legna da ardere, un settore importante per l’economia delle zone terremotate dove operano imprese agroforestali e comunanze agrarie. Con le case distrutte e abbandonate la richiesta di tronchetti e ceppi è ovviamente venuta meno, mentre gli effetti del sisma sulla rete viaria montana hanno reso difficili se non impossibili le operazioni di taglio e trasporto. Il terremoto ha colpito un territorio con una forte vocazione agricola in cui si contano 3mila aziende a rischio con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, secondo una stima della Coldiretti. L’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’economia di quei territori. Un’attività che alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. Le scosse mettono a rischio un sistema con specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al  prosciutto di Norcia Igp, che rappresentano un patrimonio culturale del Paese che rischia di sparire per sempre.

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