26.07.2016
Nel 2016 sono aumentati del 12 per cento. Quelli di prima generazione scommettono su estro, passione, innovazione e professionalità
Nel 2016 sono aumentati del 12 per cento i ragazzi italiani under 35 anni che hanno scelto di lavorare in agricoltura. Una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che contribuiscono attivamente alla crescita del settore agroalimentare italiano grazie ad una capillare e rapida acquisizione di processi innovativi che spingono l’occupazione. È quanto emerge dall’analisi “Lavoro giovanile in agricoltura dopo Expo” relativa al primo trimestre del 2016 recentemente divulgata dalla Coldiretti.
La spinta propulsiva di Expo ha accelerato una tendenza positiva in atto con l’aumento dei giovani lavoratori agricoli nelle campagne che riguarda sia gli occupati dipendenti, che crescono del 15%, sia quelli indipendenti (imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari o soci di cooperative agricole) che vedono una crescita del 9 per cento. L’incremento si registra sia tra i ragazzi (+16 per cento) che per le ragazze (+5 per cento), a testimoniare che l’appeal del settore agricolo tra i giovani è ormai trasversale ai generi. Un risultato record rispetto al dato generale che vede l’occupazione giovanile nei vari settori crescere dell’1 per cento, frutto di un avanzamento del 2 per cento per commercio, alberghi e ristoranti e del 3 per cento negli altri servizi, mentre arretra, sia pure leggermente, l’industria.
Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita, con 44.301 under 35 alla guida di una azienda agricola nel 2016, la vera novità sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Secondo una analisi della Coldiretti/Ixè, tra le new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57 per cento anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici.
A 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento per l’agricoltura (n. 228/2001) che ha rivoluzionato le campagne, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che le aziende agricole dei giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.