07.06.2016

Agricoltura italiana prima in Europa per valore aggiunto

La leadership, conquistata dal nostro Paese puntando su qualità e sicurezza alimentare, traina anche l’occupazione

L’occupazione cresce del 2,2% perché l’agricoltura italiana ha prodotto nel 2015 il valore aggiunto più elevato d’Europa grazie alla leadership conquistata nella qualità e nella sicurezza alimentare. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi all’economia agricola nazionale che nel 2015 ha fatto segnare il record europeo di 32,4 miliardi di valore aggiunto davanti alla Francia con un aumento del 2,2% delle unità di lavoro nel settore, risultato dall’incremento sia delle unità dipendenti (+2,8%) che di quelle indipendenti (+1,9%).
La rinnovata centralità acquisita dal settore è confermata dal fatto che il valore aggiunto a valori concatenati cresce in agricoltura del 3,8%, pari al triplo dell’industria (1,3%) e quasi 10 volte quello dei servizi (+0,4%) contribuendo alla crescita del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato dello 0,8% nel 2015. Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto per ettaro che è più del doppio della media Ue-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Un primato messo a rischio nel 2016 dal calo dei prezzi riconosciuti agli agricoltori; per molte produzioni non riesce neanche a coprire i costi a causa delle distorsioni nella filiera che sottopagano il lavoro agricolo.
La campagna italiana è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati. L’Italia è l’unico Paese al mondo con 4.886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 282 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ma ha conquistato anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa ed ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità. Con l’azione di tutela dell’ambiente l’Italia si è portata al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana avvenuto grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) approvata esattamente 15 anni fa. Da allora si è verificata una vera rivoluzione dell’agricoltura italiana che ha allargato i confini dell’imprenditorialità aprendo a nuove opportunità occupazionali multifunzionali nella tutela ambientale, nel risparmio energetico, nelle attività sociali, nella trasformazione aziendale e nella vendita diretta, a difesa e promozione della biodiversità. In soli tre anni sono aumentate di sette volte le aziende agricole che producono energie rinnovabili (+603 per cento) e sono praticamente raddoppiate quelle che trasformano direttamente i loro prodotti (+97,8%) svolgendo una azione di recupero importante nei confronti di varietà che non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.

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