22.01.2016

Falso cibo made in Italy, un business da 1 miliardo di euro

Tra i più imitati, i prodotti tipici locali. Ma anche alcuni dei più famosi a marchio Dop e Igp, soprattutto formaggi

Il mercato del falso in Italia genera un fatturato di 6,5 miliardi e colpisce soprattutto l’abbigliamento e gli accessori per 2,2 miliardi, il comparto cd, dvd e software per 1,8 miliardi, ma anche i prodotti alimentari per poco più di un miliardo di euro (elaborazioni  la Coldiretti, sulla base dei dati Censis e Ministero dello Sviluppo economico). Si stima che se i prodotti contraffatti fossero realizzati e commercializzati sul mercato legale la produzione aggiuntiva genererebbe ben 105mila lavoratori regolari occupati a tempo pieno. Al danno economico ed occupazionale si aggiunge quello di immagine con la presenza sul mercato di prodotti di imitazione che non hanno le stesse caratteristiche qualitative di quelli originali ma in alcuni casi, come per i prodotti alimentari e farmaceutici, i rischi riguardano anche la salute dei potenziali acquirenti. Gli inganni sono aumentati con la diffusione del commercio on line attraverso il quale hanno fatto acquisti ben il 48,7% degli italiani con più di 15 anni che navigano su internet, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2015.  In particolare il 41,9% ha acquistato biglietti di trasporto o viaggi, il 37,9% abbigliamento, il 33,2% informatica e tecnologia il 28,8% articoli per la casa, il 28,8% libri e riviste, il 26,8% film, musica e biglietti per spettacoli, il 13,6% servizi di telecomunicazione o assicurativi e il 7,3% prodotti alimentari.
Dalla Daniele mortadella prodotta negli Usa dove si vende addirittura il kit per preparare il Parmigiano ma anche il Chianti bianco svedese o il vino in polvere per ottenere in poche settimane il Barolo confezionato in Canada sono alcuni degli orrori che si possono in rete e acquistati con il commercio on line, secondo quanto emerso dal Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare dal quale si evidenzia che la Rete, viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding. Ecco allora in vendita su Internet il kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy, ma anche il kit per il falso Parmigiano Reggiano, il falso Pecorino Romano ed altri celebri formaggi nostrani come la mozzarella, la ricotta e l’asiago. Tra gli alimenti per i quali si riscontrano frodi più frequenti ci sono i prodotti tipici della tradizione locale e regionale (32%), i prodotti Dop e Igp (16%) e i semilavorati (insaccati, sughi, conserve, ecc.,12%). Tra le categorie contraffatte il primato negativo spetta ai formaggi Dop; seguono le creme spalmabili e i salumi. I Nuclei Antifrodi dei Carabinieri hanno individuato 70 diverse tipologie di prodotti alimentari contraffatti in vendita sulla Rete.

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