10.11.2015
In migliaia chiedono la giusta remunerazione per un prodotto sicuro e di alta qualità. Un fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano
In Italia il latte fresco viene pagato dai consumatori oltre il 30 per cento in più rispetto alla Germania e il 20 per cento in più rispetto alla Francia. Lo rileva la Coldiretti che da alcuni giorni sta portando migliaia dei propri allevatori in diverse città d’Italia a protestare per ottenere una più equa remunerazione del loro prodotto. Nel passaggio dalla stalla allo scaffale i prezzi moltiplicano fino a quattro volte, con i centesimi riconosciuti agli allevatori che si trasformano in euro pagati dai consumatori. Intanto, gli allevatori italiani hanno perso in un anno oltre 550 milioni di euro perché il latte viene pagato al di sotto dei costi di produzione, con una riduzione dei compensi di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno su valori inferiori a quelli di venti anni fa mentre al consumo i prezzi non calano.
Il risultato è che nel 2015 hanno chiuso circa mille stalle, oltre il 60 per cento delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti. E quelle che sono sopravvissute non possono continuare a lavorare in perdita a lungo. “A rischio c’è un settore che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell’intera filiera” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in gioco c’è un patrimonio del Made in Italy alimentare che ha garantito all’Italia primati a livello internazionale ma anche un ambiente ed un territorio unico che senza l’allevamento rischia l’abbandono ed il degrado”.
Il settore lattiero caseario, secondo l’analisi della Coldiretti, rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano, con 35mila imprese di allevamento, oltre la metà delle quali (55 per cento) si trova in zone montane o svantaggiate, per una produzione complessiva di latte bovino che ammonta a 11 milioni di tonnellate a fronte di 20 milioni di tonnellate consumate. L’intera filiera genera un valore di 28 miliardi di euro al consumo con quasi 180mila occupati. Ma l’Italia è comunque dipendente dall’estero per quasi la metà del proprio fabbisogno in prodotti lattiero-caseari. Un vero paradosso, considerato che le caratteristiche distintive e straordinarie della produzione lattiero-casearia italiana sono sicurezza alimentare e qualità: le nostre stalle sono le più controllate al mondo (in media un controllo, diretto o in auto controllo, settimanale) e offrono un latte dalle elevate caratteristiche nutrizionali. Per quanto riguarda invece la qualità, oltre il 45% delle nostre produzioni serve a realizzare i migliori formaggi del mondo, la cui distintività e strettamente legata alla produzione di latte dei nostri territori.