Chiude i battenti il Vinitaly, la più grande fiera del vino che ogni anno richiama a Verona migliaia di visitatori da tutto il mondo (4.100 gli espositori presenti). Il nettare di Bacco è un’attrazione a cui è difficile resistere, e anche la 48esima edizione ha fatto registrare numeri importanti, con i giovani a guidare la pattuglia degli assaggiatori che ha popolato i padiglioni dell’esposizione.
Vino tra curiosità e innovazione
Cantine antichissime che producono vini più unici che rari o moderne che adottano tecniche antiche. E ancora, etichette come impronte digitali per avere la certezza dell’origine dei prodotti acquistati e nanotecnologie per eliminare gli odori dai luoghi di degustazione. Tante le curiosità che hanno contraddistinto l’ultima edizione, che danno la misura della tradizione e della creatività del settore agroalimentare italiano. Per il connubio vincente cibo vino, si passa dalle confetture di petali di rosa o di uva Isabella, alle gelée di sambuco e il vinappeso ricavato dal cuore della coscia di suino pesante stagionato 12 mesi e affinato con Amarone e Recioto.
Arriva il tappo a vite. E poi le grandi novità come quella del tappo. Addio al problema del sentore di tappo che si rischia col sughero: arriva il tappo a vite a segnare la svolta casual del mondo del vino. Una rivoluzione che sembra piacere anche ai “grandi” come Angelo Gaja e Riccardo Cotarella (che lo utilizza per il suo premiato Falesco).
Il vino più antico e quello coccolato sulle note di Mozart. Il vino prodotto dalla vigna più antica del mondo spegne le 350 candeline provate scientificamente, mentre ci sono dei produttori georgiani che non hanno mai abbandonato tecniche di produzione antiche in orci di argilla di circa 1.000 litri, interrati e sigillati con argilla e cera d’api. C’è anche chi coltiva i vigneti con i cavalli e chi, supportato da ricerche scientifiche, diffonde le armonie di Mozart nei vitigni per migliorare le produzioni.
Il vino “solidale”. Chiudiamo con un occhio al sociale, con i vini prodotti da vigneron Down della Marca Trevigiana e la Cittadella della Gastronomia gestita dalla Trattoria degli Amici della Comunità di Sant’Egidio.
Vino sempre più “giovane”
I numeri parlano chiaro: 2 giovani italiani su 3 (68 per cento), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, nel 2014 vorrebbero partecipare alla vendemmia. Il settore del vino è uno dei più ambiti dai giovani sia per fare un’ esperienza lavorativa, che per investire. Lo dimostra il fatto che sono ben 19.423 le aziende agricole specializzate in viticoltura su 141mila ettari di vigneto condotte da under 40 anni e rappresentano ben il 12 per cento del totale delle 161.716 aziende agricole “giovani” (secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati relativi all’ultimo censimento). Per questo erano tanti i giovani che si aggiravano tra gli stand della fiera non solo per degustare, ma anche per informarsi, capire e aggiornarsi. E proprio per questo, al Vinitaly è stata presentata, da Coldiretti, per la prima volta la banca dati di aziende agricole che assumono, un sistema informatico autorizzato dal Ministro del Lavoro per favorire domanda e offerta. Il servizio è rivolto anche al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage aziendale, allo studente a caccia di un’occupazione durante il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro.