27.11.2013
?Caratteristico per la sua polpa verde smeraldo, succoso e leggermente acidulo, in Italia si coltiva prevalentemente nel Lazio
Originario della Cina meridionale, considerato una vera prelibatezza dagli imperatori, il kiwi era un tempo noto con il nome di “uvaspina” o “ribes”. Caratteristico per la sua polpa verde smeraldo, succoso e leggermente acidulo, il frutto altro non è che la bacca commestibile prodotta da numerose specie di liane, piante rampicanti tropicali. Nonostante le origini orientali, tuttavia, le principali coltivazioni di kiwi sono diffuse proprio in Italia, e precisamente nel Veneto, in Emilia Romagna e in Piemonte. Ma è nel Lazio che troviamo un prodotto a denominazione di origine, il Kiwi di Latina Igp. Ancora prima di arrivare in Europa, inoltre, il frutto era coltivato in Nuova Zelanda, terra cui il kiwi deve il proprio nome attuale, identificativo dell’uccello che rappresenta la nazione. Attualmente, invece, il frutto è prodotto anche in Francia, Spagna, Stati Uniti, Russia e Sud Africa.
La varietà più conosciuta, coltivata anche in Italia, è la Hayward, caratterizzata da una polpa soda, verde chiaro e dal gusto dolce-acidulo. Questa specifica tipologia rientra nella più ampia varietà di kiwi a polpa verde, fra cui vi sono anche la Summer, dalla polpa verde brillante, e la Top Star, caratteristica per la buccia liscia.
Più recenti, ma già noti fra alcuni consumatori, sono invece i kiwi a polpa gialla. Molto più dolci rispetto alle altre varietà, presentano una buccia liscia e una polpa giallo senape. Le tipologie più diffuse sono la Jintao, la Hort, dalla forma a fico, e la Soreli. Ancora piuttosto raro è poi il kiwi a polpa rossa. Questo frutto, molto succoso, è più piccolo rispetto al kiwi a polpa verde e presenta una buccia sottile.
La raccolta del kiwi avviene fra ottobre e novembre, mentre è preferibile acquistare il frutto maturo e ben sodo, intatto e senza macchie. Qualora, invece, il kiwi dovesse essere ancora un po’ acerbo è possibile accelerarne la maturazione utilizzando alcuni accorgimenti. Proprio come accade per il cachi, infatti, basterà inserire il frutto in un sacchetto chiuso, accostandolo a una mela o a una banana.