La leadership italiana nella qualità alimentare vale 12 miliardi di euro. A tanto ammonta il fatturato al consumo generato sui mercati nazionale ed estero dalle produzioni a denominazione di origine (Dop/Igp). È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che il primato del nostro Paese si è ulteriormente consolidato rispetto ai dati pubblicati dall’Istat, per un totale di 255 riconoscimenti (156 Dop, 97 Igp e 2 Stg) con la ”Trota del Trentino” che ha conquistato per ultima la denominazione d’origine protetta (Dop) proprio questa settimana. Le principali produzioni a denominazione di origine – dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal Prosciutto di Parma al San Daniele – trainano l’intero made in Italy alimentare verso il record storico nelle esportazioni, con un crescita stimata pari al 7 per cento per un valore che nel 2013 dovrebbe raggiungere i 34 miliardi. Un segnale positivo in vista dell’Expo che sarà una imperdibile occasione per fare conoscere la vera identità del prodotto italiano all’estero. Il nemico più temibile sono le imitazioni low cost con il cosiddetto “Italian sounding” che vale circa 60 miliardi (quasi il doppio delle esportazioni di prodotti autentici) e colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell’Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. L’inganno globale per i consumatori che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale va combattuto con accordi sul commercio internazionale per la tutela delle denominazioni dai falsi.