Nonostante la crisi che in agricoltura non fa sconti neppure al settore del latte, a Cassino nella centralissima piazza Green è stato inaugurato un nuovo distributore che si aggiunge a quelli già presenti e attivi a Frosinone (grazie alla famiglia Nicoli, a quello dell’azienda Modica a Ferentino, e a quello funzionante a Sora, di Silvestro Ricci). Proprio l’azienda di Ricci ha reso possibile questa novità, che è stata particolarmente apprezzata da cittadini e consumatori.
“Tra mancato rispetto del prezzo regionale in provincia agli agricoltori e percentuali di latte straniero che continuano ad arrivare nella provincia di Frosinone, i problemi – ha dichiarato Paolo De Cesare, direttore della Coldiretti ciociara – di certo non mancano. Proprio la provenienza, spesso incerta del latte che, lavorato, diventa formaggio e magari reclamizzato come ciociaro, viene messo in vendita grazie alle lacune di una legislazione che può e deve ancora migliorare sul fronte delle etichette e dei relativi obblighi, rappresenta uno dei motivi del successo di questa iniziativa”. È sempre crescente il numero dei distributori di latte alimentare che offrono la provenienza davvero a km 0. “I distributori di latte crudo alla spina, gestiti direttamente dai produttori agricoli, consentono di ottenere – ha spiegato il presidente di Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone – oltre il 30 per cento in meno rispetto al normale prezzo di vendita, ma anche di tutelarsi dai rischi del latte proveniente dall’estero che si trova spesso nelle confezioni a lunga conservazione, all’insaputa dei consumatori. La diffusione degli erogatori è frutto dell’interesse comune di allevatori e consumatori a ridurre le intermediazioni e combattere le speculazioni”.
Dai distributori alla spina è possibile acquistare latte crudo, in media ad 1 euro, ottenuto direttamente dalla mungitura e non trattato termicamente, a differenza sia del latte fresco pastorizzato sia di quello a lunga conservazione – Uht. Si tratta di una terza possibilità offerta a chi non si accontenta delle offerte tradizionali – Uht o pastorizzato – e vuole invece gustare latte freschissimo, cremoso e genuino, tutti i giorni, naturalmente in linea con le normative igienico-sanitarie in materia. Non è semplice rispettare parametri e norme che nel settore sono molto stringenti, ma con impegno e passione gli imprenditori agricoli non deludono le attese. “I cittadini hanno il diritto – ha detto il produttore Silvestro Ricci, titolare del distributore e allevatore storico di Roccasecca – di consumare un prodotto unico, del territorio, risparmiando e riducendo la produzione quotidiana di rifiuti provocata dalle confezioni in cartone o in plastica. Fare il pieno di latte è infatti possibile con una bottiglia da un litro, riutilizzabile, che viene riempita di prodotto appena munto, dopo aver inserito l’importo nella macchinetta erogatrice. Il riciclo dei contenitori del latte crudo consente, ogni anno, di ridurre i rifiuti provocati dallo smaltimento di 3 miliardi di imballaggi di plastica utilizzati per il latte confezionato industrialmente”.
Sul numero di litri da vendere in questi distributori per coprire almeno in parte i costi di produzione e di gestione non esistono dati certi; oltre 120 litri al giorno costituirebbero il numero per dare continuità ed entusiasmo ad un’azione che mira alla genuinità, alla provenienza e all’origine del prodotto, garantendo al consumatore un prodotto sicuro e all’imprenditore la possibilità di arginare una crisi che si fa sempre più pesante. “Il latte – ha concluso il direttore di Coldiretti Frosinone, Paolo De Cesare – è un esempio emblematico di una filiera che subisce gli effetti di distorsioni e di speculazioni che danneggiano chi sta agli estremi, cioè chi consuma e chi produce. I distributori automatici sono uno strumento concreto per avvicinare due elementi fondamentali della filiera”.
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro in vendita sugli scaffali in Ciociaria come italiani, contengono latte proveniente da mucche straniere. Dalle frontiere italiane sono passati in un anno ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Secondo l’indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.