La storia di un’azienda è il frutto della passione di chi la guida, della sua capacità di confrontarsi con la realtà circostante e di migliorarsi sempre di più. A iniziare la tradizione è Alberto che, nato a Vigoleno nel 1916 da una famiglia di agricoltori, già da piccolo accompagnava il padre quando attraversava le colline con cavallo e carretto per andare a vendere il suo vino alle osterie di Salsomaggiore. L’incontro con la moglie Luisa fu determinante perché lei possedeva una piccola azienda agricola e nel 1946 iniziarono insieme quel cammino che prosegue ancora oggi con i loro nipoti. Anche il figlio Emilio cresce con l’attaccamento e l’amore per la terra ereditato dai genitori: così, con il lavoro costante e appassionato, la piccola azienda di collina a produzione mista (cereali, foraggio, piccola stalla, un po’ di vigneto) dagli anni ’70 inizia progressivamente a privilegiare il settore vitivinicolo, ampliando sia la produzione che la gamma dei vini prodotti. Successivamente vengono costruite una nuova cantina e una sala degustazione per l’accoglienza dei clienti. Oggi l’azienda Lusignani, rimasta a conduzione familiare, è condotta dal giovane Marco, nipote di Alberto, coadiuvato dai genitori e dal fratello Enrico.
Il Vin Santo di Vigoleno è un vino passito (dal 1996 è stata riconosciuta la doc) che viene prodotto seguendo un’antica tradizione (le tecniche attuali sono quelle settecentesche tramandate oralmente di padre in figlio): a determinare i suoi pregevolissimi caratteri concorrono le caratteristiche particolari del terreno (dai geologi denominato “formazione di Vigoleno”), dell’esposizione, dei vitigni che vengono impiegati e della tecnica di produzione.
Santa Maria, Melara e, in minimo uvaggio, Bervedino Trebbiano, Ortrugo, sono i vitigni autoctoni che danno origine a questo vino. Ognuna di queste uve porta al vino particolari caratteristiche di gusto e di aroma che il lungo invecchiamento fonde in un armonico equilibrio.
Con una resa di uva-ettaro di 5 tonnellate, vengono raccolti solo i grappoli migliori che, dopo un’accurata scelta, si stendono su graticci in locali aerati ma asciutti per l’appassimento.
Nel mese di Dicembre/Gennaio (qualche volta febbraio se l’appassimento lo consente) quando gli acini sono completamente appassiti, si procede alla torchiatura con il vecchio torchio verticale. Il denso e concentrato mosto-vino ottenuto, dopo una prima fermentazione in tini aperti, si travasa in piccole botti di legno.
L’affinamento in botte deve durare, come indica il disciplinare del Vin Santo di Vigoleno, almeno cinque anni. Nell’az. Lusignani il Vin Santo invecchia 8/9 anni per ottenere un prodotto superiore.
All’esame visivo e gustativo il Vin Santo presenta colore ambrato, più o meno intenso a seconda delle annate, al naso è intenso, di sapore dolce, pieno e potente nella sua complessità
VINI E ACETI
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