22.05.2018
La biodiversità ha tre scale di riferimento: genetica, specifica ed ecosistemica e si influenzano a vicenda
Per capire fino in fondo il significato della biodiversità e la sua importanza è necessario conoscere le sue diverse dimensioni. La biodiversità ha tre scale di riferimento (come le matrioske russe) che si influenzano vicendevolmente.
Biodiversità genetica: ogni popolazione di una specie porta in sé una variabilità genetica che ne assicura per esempio resistenza ai patogeni e nel corso del tempo la possibilità della comparsa di caratteri evolutivi positivi rispetto alle pressioni dell’ambiente. Una popolazione con un pool genetico povero avrà buone possibilità di estinguersi a fronte di epidemie e disastri naturali o di altra natura (ad esempio comportamenti umani). Gli individui che appartengono ad una stessa specie non sono tutti uguali geneticamente, ovvero non posseggono tutti lo stesso patrimonio genetico. Il grado di differenza tra i genomi dei diversi individui è la diversità genetica intra-specifica. Le differenze fenotipiche, cioè le differenze nella forma o nelle funzioni che possiamo osservare in modo più o meno diretto tra organismi di una stessa specie, e che determinano le differenze in sopravvivenza e fecondità tra individui, sono in parte dovute alla diversità genetica, e in parte all’ambiente. La diversità genetica costituisce il serbatoio dal quale i processi dell’evoluzione attingono le varianti biologiche. La variabilità genetica degli organismi è il prerequisito fondamentale per l’adattamento all’ambiente a seguito di pressioni selettive e per l’evoluzione di nuove forme e funzioni. Diversi processi creano ed eliminano la variabilità genetica. Quando la perdita è troppo rapida, e ciò può avvenire per cause naturali ma, negli ultimi secoli, soprattutto per cause antropiche, il livello di variabilità genetica può diventare troppo basso (con individui geneticamente molto simili tra loro), con conseguenze negative sia a breve che a lungo termine per la specie. La perdita di variabilità genetica, a differenza della scomparsa di una specie o di un ambiente come una foresta pluviale, può quindi passare facilmente inosservata. Tuttavia è proprio la diversità genetica intraspecifica che può alimentare la diversità agli altri livelli attraverso processi di speciazione.
Biodiversità specifica: nel mondo esistono milioni di specie dalle più diffuse alle più rare. Molte sono sconosciute e rischiano di estinguersi ben prima di essere scoperte. La ricchezza di specie è un parametro che ci può indicare la salute di un ecosistema sebbene in realtà molto più importante è la loro distribuzione nell’ambiente e la ripartizione. In un territorio X la presenza di numerose specie anche generaliste può essere anzi un indice di qualche problematica a fronte ad esempio della riduzione delle popolazioni di specie specialiste più importanti dal punto di vista ecologico. Così si individuano specie dominanti che, per numero elevato o per biomassa, caratterizzano una comunità dandole spesso il nome (barriera corallina, faggeta, ecc…); specie chiave, il cui ruolo è determinante nel garantire l’equilibrio dell’intera comunità; specie rare che, in quanto tali, hanno un particolare interesse conservazionistico; specie endemiche, cioè presenti solo in una determinata area; specie aliene, provenienti da altre aree geografiche e naturalizzate in nuovi ambienti; specie infestanti, ecc. Queste caratteristiche devono essere attentamente valutate ai fini di eventuali interventi di programmazione e di tutela.
Biodiversità ecosistemica: il concetto di Paesaggio prima di essere appannaggio dell’architettura è un concetto biologico. Esso rappresenta l’insieme degli ecosistemi in un territorio. Ad esempio, nel nostro caso, parliamo di paesaggio agro – silvo – pastorale molto diffuso in Italia. In esso sono presenti numerosissimi ecosistemi con il loro tesoro di “geni” e di “specie”: foreste e boschi, fiumi e laghi, praterie e pascoli, montagne etc. La diversità ecosistemica include sia le differenze macroscopiche che esistono tra i diversi ambienti sia le differenze tra i processi che li caratterizzano. Nonostante la diversità ecosistemica sia un concetto molto generale, con infinite sfaccettature, e nonostante la nostra capacità di descriverla sia ancora agli esordi, essa rappresenta una componente essenziale della diversità biologica generale e come tale dovrebbe essere attentamente valutata in ogni stima di biodiversità.