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19.04.2018

Via libera dell’Ue al bio contaminato

Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm con un grave per l'Italia

Via libera nel mercato europeo a prodotti certificati come biologici contaminati da prodotti chimici fitosanitari, con le stesse soglie di inquinamento da Organismi geneticamente modificati (Ogm) degli alimenti convenzionali e addirittura ottenuti fuori suolo, spezzando l’intimo legame tra gli alimenti, di origine vegetale o animale, con la terra. Lo denuncia la Coldiretti in occasione dell’approvazione da parte dell’Europarlamento delle nuove norme sulla produzione e commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica contro le quali hanno votato tutti i parlamentari italiani dei diversi partiti.

Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto nei Paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati. Inoltre, la possibilità di produrre biologico senza utilizzare il suolo contrasta totalmente con i principi fondamentali che caratterizzano questo metodo di produzione, che non può prescindere dalla terra. Al contrario, la previsione di una deroga consentirà ad alcuni Stati del nord Europa di continuare a produrre impiegando letti demarcati in serra per un periodo di 10 anni. Per i prodotti importati, infine, continuerà a sussistere il principio dell’equivalenza, sia pure per un periodo transitorio, durante il quale sarà più elevato il rischio di un aumento delle importazioni prima dell’adozione del sistema di conformità. E in ogni caso, qualora sussistano ragioni di approvvigionamento, la Commissione potrà sempre autorizzare l’importazione dai Paesi terzi di prodotti biologici anche quando questi ultimi non dovessero rispettare le norme europee sulla produzione biologica.

In questo quadro per difendere i primati della produzione Made in Italy è necessario accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane per consentire scelte di acquisto più consapevoli, con sei italiani su dieci (60%) che nel 2017 hanno acquistato almeno qualche volta prodotti biologici, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

L’Italia detiene la leadership nel numero di imprese con 72.154 operatori e 1.796.363 ettari, in un aumento del 20% su base annua, secondo le analisi Coldiretti su dati Sinab. La crescita della domanda  ha spinto l’aumento delle produzioni Tra le colture con maggiore incremento ci sono gli ortaggi (+48,9%), cereali (+32,6%), vite (+23,8%) e olivo (+23,7%) mentre a livello territoriale la maggiore estensione delle superfici è registrata in Sicilia con 363.639 ettari, cui seguono la Puglia con 255.831 ettari e la Calabria con 204.428 ettari. Il fatturato realizzato dal settore al consumo supera i 2,5 miliardi di euro e tra i canali di acquisto accanto alla grande distribuzione e ai negozi specializzati particolarmente dinamici sono stati gli acquisti diretti dai produttori nei così detti farmers market, come la rete degli agricoltori di Campagna Amica in testa.

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