25.09.2017
Un rientro storico che punta alla qualità, trainato dai vini Doc con il +5% e dagli spumanti con il +6%?
Con uno storico aumento per l’acquisto di vini Doc, Igt (+4%) e degli spumanti, iI vino torna sulle tavole degli italiani. Dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni con il -4% (dati Ismea). Il calo si è arrestato dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati, toccando il minimo storico dall’Unità di Italia con una stima di 33 litri a persona all’anno.
Considerando i consumi a livello mondiale, sono gli USA il paese che beve più vino, con 31,8 milioni di ettolitri sorseggiati nel 2016. A seguire, si trova la Francia (27 milioni di ettolitri), l’Italia (22,5 milioni di ettolitri), la Germania (20,2 milioni di ettolitri) e la Cina con 17,3 milioni di ettolitri (dati Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino).
Nel bicchiere degli italiani un vero successo registrano i vini locali, oggi sempre più protagonisti sugli scaffali dei supermercati, dal Lambrusco al Chianti, dal Montepulciano d’Abruzzo alla Barbera, fino al Nero d’Avola, al Vermentino, al Muller Thurgau, al Gutturnio, in alternativa ai vitigni internazionali. Ma a crescere nel carrello sono anche quelle produzioni autoctone che, dopo aver rischiato la scomparsa, sono state recuperate e rilanciate dagli agricoltori, dal Pecorino al Primitivo, dal Pignoletto alla Ribolla Gialla, dal Custoza al Valpolicella Ripasso ma anche il Negroamaro, il Lagrein e il Traminer.
Oltre che sulle tavole tricolori, il vino italiano trionfa anche all’estero dove ha messo a segno un nuovo record storico delle esportazioni, con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale (dati istat).
A spingere la domanda oltre confine sono le vendite di spumante che con un balzo del 14% in molti casi sfidano ormai alla pari lo champagne.
Si tratta di un’ottima notizia in un anno difficile per la vendemmia che nel 2017 sarà tra le più scarse dal dopoguerra a causa del maltempo e siccità. Le previsioni danno un calo dei raccolti record del 25% per una produzione che oscilla tra i 40 ed i 42 milioni di ettolitri. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede comunque che le uve made in Italy saranno destinate per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.
Nonostante il calo, l’Italia manterrà il primato produttivo mondiale davanti alla Francia dove le prime stime per il 2017 danno una produzione in forte diminuzione sul 2016, per un totale stimato attualmente tra i 36-37 milioni di ettolitri a causa delle gelate tardive. E non va meglio neanche in Spagna dove a ridurre la produzione è la siccità che sta mettendo a dura prova i viticoltori, dopo che alcune zone erano state colpite dalle gelate tardive e dove le ultime stime prevedono una produzione intorno ai 35 milioni di ettolitri.