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Il popolo dei "no vegan" può contare sul 95% degli italiani che mangia carne, senza tuttavia eccedere nelle quantità e rimanendo del limite di 500 grammi alla settimana consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti per la presentazione dell’Igp dei “Vitelloni Piemontesi della Coscia” dopo il via libera ufficiale da parte dell’Unione Europea al riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta. Il 18% degli italiani ne porta in tavola meno di 100 grammi alla settimana, il 45% dai 100 ai 200 grammi e il 24% tra i 200 ed i 400 grammi. Il consumo medio annuo in Italia di carne (pollo, suino, bovino, ovino) è di 79 chilogrammi pro-capite, tra i più bassi in Europa, mentre i danesi ne mangiano 109,8 chilogrammi, i portoghesi 101 chilogrammi, gli spagnoli 99,5 chilogrammi, i francesi e i tedeschi 85,8 e 86 chilogrammi. E la situazione non cambia se il confronto viene fatto a livello internazionale: il consumo apparente degli statunitensi è superiore a quello italiano addirittura del 60% e quello degli australiani del 54%.
Gli italiani e la carne
Vola il consumo della bistecca “DOC”, con un balzo del 52% nel numero di animali di razze storiche italiane allevati negli ultimi 15 anni sulla base delle iscrizioni al libro genealogico. La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato a un vero boom nell’allevamento delle razze storiche italiane da carne che, dopo aver rischiato l’estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne dagli Appennini alle Alpi. La razza dei “Vitelloni piemontesi” nel 2016 è stata la più diffusa e ha contato su ben 276mila capi mentre sono oltre 51mila quelli di razza marchigiana, quasi 45mila di chianina, 12mila romagnola, 10mila maremmana e 32mila podolica per un totale di circa oltre 415mila animali allevati. Un patrimonio consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne da parte degli allevatori attraverso le
fattorie e i
mercati di Campagna Amica. Il risultato è una vera rivoluzione nell’offerta di carne in Italia che si estende dalle macellerie ai supermercati, dallo street food alle hamburgherie, fino all’arrivo della carta delle carni nei menu proposti dai ristoranti più prestigiosi. La conoscenza delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi di carne è diventato un valore aggiunto che arricchisce l’offerta enogastronomica nella ristorazione e nelle case. Una decisa svolta verso la qualità con il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente dagli allevamenti nazionali, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine.
Guida al barbecue perfetto
È nella bella stagione che il consumo aumenta anche grazie alla partecipazione, di 8 famiglie su 10, alle classiche grigliate nei parchi e nelle campagne. Per avere un ottimo risultato dalla cottura con il barbecue, il segreto è quello di ricorrere a materie prime di qualità, molto meglio se made in Italy, che garantiscono freschezza e genuinità.
Ecco il nostro vademecum per una buona grigliata:
1. Piano d’appoggio del barbecue stabile, sicuro e non esposto al vento
2. Attrezzatura adeguata (graticola, pinze, pennello e guanti) a portata di mano
3. Controllare sempre il barbecue per salvaguardare i presenti (bambini) ed evitare incendi
4. Impiegare carbonella di qualità, evitando il legno troppo ricco di resina
5. Cuocere i cibi alla temperatura giusta, evitando il contatto con le fiamme
6. Non rigirare continuamente gli alimenti e non bucare la carne
7. Cucinare le verdure con il calore residuo dopo la cottura della carne
8. Far riposare per qualche secondo i cibi cotti su un tagliere di legno scanalato
9. Dopo l’uso spegnere accuratamente la carbonella per evitare il rischio di incendi
10. Pulire a fondo la griglia dopo l’uso con una spazzola di metallo