Negli ultimi 10 anni il numero di asini è praticamente raddoppiato in Italia dove si contano ben 59mila quadrupedi dalle grandi orecchie che, dopo aver rischiato l’estinzione, stanno vivendo un momento di riscossa. Negli anni ‘50 erano presenti nel nostro Paese quasi un milione di asini, ma la loro consistenza nel tempo si è decimata e solo a partire dal 2000 è iniziata una rapida risalita che ha salvato dall’estinzione molte razze locali. La loro salvaguardia è dovuta al reinserimento in programmi di interesse sociale ed economico, come l’onoterapia (la cura dei problemi psicologici con il contatto animale), l’onoturismo (escursioni a dorso d’asino) o anche per la produzioni di specialità alimentari come biscotti o gelati o cosmetici.
Non c’è dubbio che la spinta maggiore allo sviluppo degli allevamenti è venuta dal fatto che in Italia nascono ogni anno circa 15mila bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno, il latte d’asina – simile per molti aspetti a quello materno – rappresenta una valida alternativa per non far mancare un nutrimento essenziale alla crescita. Il latte d’asina è infatti da molti considerato un farma-food che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell’età neonatale, ma l’elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa. Per le positive proprietà distensive della pelle, dovute pure all’alto contenuto di lisozima e già note nel corso dei millenni, il latte d’asina è oggi richiesto anche in cosmetica sotto forma di crema da giorno e da notte, come crema corpo utilizzata nei massaggi, come shampoo che rende i capelli luminosi e più robusti e voluminosi, ma anche come sapone detergente. Già ai tempi dell’antica Roma il latte d’asina era conosciuto per le sue proprietà contro le malattie e l’invecchiamento della pelle tanto che uomini e donne di alto lignaggio erano soliti lavarsi nel latte d’asina (lac asininum), come usavano fare Cleopatra e Poppea, consorte di Nerone.