19.12.2016

Natale, per gli italiani il cibo è la prima voce di spesa

Imbandire le tavole delle feste costerà 4,4 miliardi di euro, il 2 per cento in più dello scorso anno

      
L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti “Il Natale sulle tavole degli italiani”, dopo l’arrivo della tredicesima per oltre 30 milioni di italiani per un importo stimato in circa 40 miliardi di euro. Poco meno della metà (43%) di chi la riceve la destinerà al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette, ma più di un italiano su quattro (26%) la userà per le spese di Natale.  
 
Per cibo e bevande durante le festività la maggioranza del 71% degli italiani prevede di spendere come lo scorso anno, il 12% pensa di tagliare mentre il 14% l’aumenta ed il restante 3% non risponde secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.  Il costo maggiore della spesa alimentare è destinato ad arricchire di pietanze le tavole del Natale che ben l’88% degli italiani consumeranno nelle case.  Si assiste a una fortissima attrazione verso il fai da te casalingo con ben il 46% delle famiglie che preparerà in casa almeno un dolce tipico delle feste. Nonostante stravinca la riscoperta delle tradizioni del passato si assiste quest’anno anche all’affermarsi in Italia di nuovi menu di tendenza, dall’autarchico all’hi tech, dal biodiverso al salutista, dall’etnico al green. La più valida alternativa ai pranzi e ai cenoni casalinghi delle feste restano gli agriturismi dove sono attesi circa 800mila i vacanzieri per Natale e/o Capodanno con un aumento stimato del 6% anche se soffrono le aree colpite dal terremoto tradizionalmente vocate per le vacanze in campagna.
 
E tra le importanti novità di quest’anno c’è proprio lo spazio dedicato alla solidarietà con quasi un italiano sui 4 (24%) che ha scelto di acquistare prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma anche grazie al moltiplicarsi di iniziative come quelle promosse dai mercati di Campagna Amica in tutta Italia, a partire dalla Capitale in piazza Navona dove fino al 22 dicembre tutti i giorni dalle 10 alle 19 ci saranno anche gli agricoltori e gli allevatori terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con i loro prodotti salvati dal sisma, dal Giuggiolone e vino di visciole marchigiani all’antica norcineria umbra, dagli squisiti salumi abruzzesi alle golosità di Accumoli, fino al cacio solidale ottenuto con il latte delle stalle colpite dal sisma.
 
In generale si assiste all’abbandono delle mode esterofile del passato con una decisa tendenza sulle tavole a privilegiare prodotti Made in Italy legati magari a specifici territori dei quali esprimono la storia e cultura. “Acquistare prodotti italiani significa anche sostenere il lavoro, l’economia e il territorio”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’agricoltura e l’alimentazione sono tra gli elementi di distintività del Paese che possono offrire un grande contributo ad una ripresa sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”.

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