Perdita di un quinto della produttività e ricadute negative sulla salute dei dipendenti. Questi i rischi, secondo quanto emerso da un recente convegno del Cnr, che si corrono alimentandosi non correttamente sul posto di lavoro. Sono circa due terzi della popolazione del nostro Paese che abitualmente mangiano fuori, e per tutti dovrebbe valere la stessa regola: mai consumare il pasto davanti alla scrivania, che sia un panino o un piatto portato da casa. Oltre a non avere uno stacco dal lavoro, infatti, a livello psicologico non viene memorizzato il fatto di aver mangiato; si è quindi portati a spilluzzicare con più frequenza e ad avere successivamente pasti più abbondanti. Occhio poi alle quantità e ai condimenti dei piatti (soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno), sì invece alla varietà e alla stagionalità degli alimenti. Non vanno banditi pasta e pane, l’importante è non far mai mancare mai in tavola frutta e verdura.
Le cattive abitudini non devono essere sottovalutate, perché possono portare all’insorgere di diverse malattie, dal diabete alla depressione, con un costo di 97 milioni di giornate lavorative in meno l’anno (dati Inail). In genere una persona obesa è meno produttiva, registrando assenze fino a 1,5 volte in più rispetto a un normopeso.