Il cibo giusto

LE RICETTE DEI NOSTRI CUOCHI CONTADINI

08.02.2016

I dolci di Carnevale regione per regione

Se ne sono consumati 12 milioni di chili. Tornano le ricette della tradizione e il gusto delle preparazioni casalinghe

Non solo carri, sfilate e maschere, ma almeno 12 milioni di chili di dolci tipici di carnevale (stima Coldiretti) sono stati consumati in questi giorni dagli italiani che per la festa più colorata dell’anno riscoprono le tradizioni locali, con il ritorno alla preparazione casalinga e il recupero di ricette antiche.
Berlingozzi e cenci in Toscana, cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli e sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoi in Trentino, sono solo alcune delle specialità gastronomiche censite a livello regionale che gli italiani riscoprono nei giorni di Carnevale, con il picco dei consumi raggiunto proprio nel weekend prima del martedì grasso.
Se la pasticceria artigianale è in crescita con i consumi degli italiani in aumento dello 0,7% nel 2015 secondo Databank, non manca chi si dedica alla preparazione casalinga per risparmiare ma anche per il piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici. Partendo da ricette regionali che utilizzano soprattutto ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di 5 euro al chilo facendo anche fronte ai consumi energetici per la cottura. 
Al contrario per l’acquisto al forno o in pasticceria si spendono dai 15 ai 30 euro al chilo, prezzi sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove sono offerti a volte anche dolci della tradizione contadina, che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost. 
Non è solo per questo però che i dolci casalinghi sono preferiti dai bambini che stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme. Il fatto che una porzione di 50 grammi di frappe contenga 235 chilocalorie significa che un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta e sulla salute anche perché la privazione in un momento di festa, soprattutto per i più piccoli, può avere effetti negativi sull’umore. 
Il Carnevale prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con cura. I banchetti carnevaleschi sono molto ricchi di portate perché una volta, in questo periodo, si usava consumare tutti i prodotti della terra non conservabili, in vista del successivo digiuno quaresimale.

MAPPA DEI DOLCI TIPICI DI CARNEVALE PER REGIONE
 
ABRUZZO: cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini.
 
BASILICATA: chiacchiere, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo torta da sanguinaccio, taralli al naspro, zucchero caramellato.
 
CALABRIA: pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere.
 
CAMPANIA: struffoli, bastoncini con zucchero, miele e frutta candita, fritti e con confettini colorati, zeppole e sanguinaccio, crostata con sangue di maiale e cioccolato.
 
EMILIA ROMAGNA: sfrappole e lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo.
 
FRIULI VENEZIA GIULIA: crostoli, le frittelle e le castagnole.
 
LAZIO: frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera.
LIGURIA: bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.
 
LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta.
 
MARCHE: scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente, poi fritte, spolverate di zucchero e bagnati con alchermes.
 
MOLISE: scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e struffoli.
 
PIEMONTE: bugie, rombi o nastri fritti.
 
PUGLIA: chiacchiere e frittelle.
 
SARDEGNA: brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele.
 
SICILIA: pignolata dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e ravioli fritti con crema o ricotta.
 
TOSCANA: berlingozzi, ciambelle e cenci, nastri di sfoglia fritti.
 
TRENTINO ALTO ADIGE: grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.
 
UMBRIA: frappe e struffoli, bastoncini con zucchero, miele, frutta candita fritti e guarniti con confettini colorati.
 
VALLE D’AOSTA: bugie, tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e panzerotti alla marmellata.
 
VENETO: galani, strisce quadrate o rettangolari fritte, frittelle e castagnole bocconcini fritti.
  
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

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