21.08.2015

Triplicano in 10 anni le esportazioni di birra italiana

E nei pub del Regno Unito cresce la presenza delle nostre produzioni artigianali?

Volano le esportazioni di birra italiana all’estero, con un aumento del 27 per cento in quantità nel 2015 rispetto all’anno precedente; quasi la metà della spedizioni sono dirette nel Regno Unito dove nei pub si diffonde la presenza delle produzioni artigianali nostrane. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi i primi cinque mesi del 2015 nel sottolineare l’importanza del palcoscenico internazionale offerto da Expo. Si tratta di un risultato che si è progressivamente consolidato con le esportazioni di birra dall’Italia nel mondo che sono triplicate negli ultimi dieci anni, in netta controtendenza rispetto alla crisi. A sostenere le esportazioni è infatti anche il boom nella produzione artigianale di birra italiana che, quando sono l’evoluzione di aziende agricole, rappresentano l’autentica espressione del Made in Italy. Oltre a contribuire all’economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Una offerta variegata in grado di soddisfare gli oltre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia, dove tuttavia il consumo pro capite è di 29 litri, molto poco rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107.8, la Germania 105, l’Irlanda 85.6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82. A sostenere la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionale di orzo con una produzione di circa 860mila tonnellate nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226mila ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola insieme al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90mila tonnellate. Da tempo Coldiretti ha stimolato, perseguito ed avviato la politica delle filiere corte del “Made in Italy” agroalimentare, nel senso che il produttore partecipa, attraverso le sue forme associate fino alla gestione del prodotto finito sul mercato. Contestualmente, si sta potenziando su tutto il territorio nazionale la rete distributiva di “Campagna Amica” presso la quale il consumatore trova i prodotti firmati direttamente dal produttore in una sorta di vera tracciabilità. Questa politica ha stimolato anche la nascita di iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore. In una situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori è però necessario qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.

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