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Il
ravanello è un ortaggio molto curioso, che spesso fa capolino sulle nostre tavole, come guarnizione di piatti gourmet. Diffuso nella maggior parte delle regioni italiane, non è difficile da coltivare: per questo motivo è facile trovarlo anche negli
orti domestici. La pianta di ravanello è molto bella da vedersi: piccoli fiori che tendono dal bianco al violetto su steli che raggiungono al massimo il metro d’altezza. Naturalmente, a livello alimentare, quello che più interessa sono le
radici: a fittone ingrossato, di forma tendenzialmente rotonda (ma si può trovare anche allungata) e di colore rosso intenso, quasi fucsia. Il sapore del ravanello è leggermente piccante e la sua polpa è croccante e di colore bianco. Ha un
contenuto calorico davvero molto basso, circa 11 Kcal per ogni 100 grammi e per il 95% è costituito da acqua e sali minerali: proprio per il suo sapore un po’ pungente e la sua croccantezza, viene spesso impiegato nel condimento di insalate anche se, come sottolineato in precedenza, si tratta di un
ortaggio "coreografico", che viene per lo più sfruttato per decorare piatti freddi e guarnire soprattutto secondi piatti di carne.
Generalmente si preferisce consumarlo crudo, magari tagliato à la julienne, oppure a rondelle: è un ottimo per il famoso pinzimonio, insieme a carote, finocchi e sedano; in versione cotta, invece, è da preferirsi per preparare frittate dal sapore un po’ insolito, ma certamente molto gustose.
Questo piccolo "rubino di natura", oltre ad essere fonte di ispirazione per chef-artisti che armati di coltelli affilati ne fanno delle piccole sculture, è ricco di proprietà benefiche. Infatti è diuretico, depurativo, astringente, antisettico. Vanta anche caratteristiche antipiretiche: in tempi non recenti, il succo di questo ortaggio era un ottimo alleato contro la febbre alta.
La sua conservazione ottimale è in frigorifero: si mantiene anche per una settimana circa, ma l’importante è non consumarlo dopo che le foglie si sono afflosciate.